ROVIGO – Da qualche anno c’è il segno più sulla crescita degli ettari coltivati in biologico. Dati di Coldiretti Veneto confermano che la superficie bio è praticamente raddoppiata passando da 27.979 ettari nel 2017 agli attuali 48.338 registrando un incremento del +25,4%.
«Il biologico italiano ha un valore diverso da quello degli altri Paesi e per questo va tutelato: dobbiamo sottolinearlo anche in etichetta con un apposito marchio, a vantaggio dei nostri produttori che con serietà e tanto impegno credono nell’agricoltura biologica, nonostante le difficoltà burocratiche e la concorrenza sleale». Sono le parole del presidente Carlo Salvan a fronte del fatto che il tema dell’agricoltura biologica è in questi giorni nelle agende della politica nazionale.
«Serve una norma che metta ordine, anche a fronte dei dati sui consumi: quasi due italiani su tre (64%) mettono prodotti bio nel carrello – commenta Salvan – È arrivato il momento di difendere sia i produttori che i consumatori e garantire la trasparenza degli acquisti approvando subito la legge nazionale sul biologico che preveda anche l’introduzione di un marchio per contrassegnare come 100% Made in Italy solo i prodotti biologici ottenuti da materia prima nazionale».
«In questo momento storico – conclude Sanvan – a fronte dei dati dei consumi interni e dell’export, abbiamo bisogno della legge sul biologico e occorre ora accelerare l’iter al Senato, per chiudere un percorso che da troppi anni passa da un ramo all’altro del Parlamento».
In merito a questo Coldiretti, Codacons, Federbio, Legambiente e Slow Food sostengono l’impiego di piattaforme digitali per garantire una piena informazione circa la provenienza, la qualità e la tracciabilità dei prodotti con una delega al Governo per rivedere la normativa sui controlli e garantire l’autonomia degli enti di certificazione. Inoltre, per rispondere alle richieste dell’Europa sul green deal, occorre agevolare la transizione al biologico di parte delle nostre produzioni e per farlo – sottolineano Coldiretti, Codacons, Federbio, Legambiente e Slow Food – servono norme precise per colmare il vuoto di carattere normativo con gli acquisiti di prodotti bio Made in Italy che nel 2021 hanno sfiorato il record di 7,5 miliardi di euro di valore.
Nell’ultimo decennio – spiegano Coldiretti, Codacons, Federbio, Legambiente e Slow Food – le vendite bio totali sono più che raddoppiate (+122%) secondo dati Biobank. Il successo nel carello sostiene l’aumento della produzione nazionale su 2 milioni di ettari di terreno coltivati, fornendo una spinta al raggiungimento degli obiettivi della strategia Farm to Fork del New Green Deal dell’Unione Europea che punta ad avere almeno 1 campo su 4 (25%) dedicato al bio in Italia dove attualmente sono a bio. Con 70mila produttori l’Italia è leader in Europa per numero di imprese impegnate nel biologico e va dunque sostenuto un settore con ampie opportunità di crescita economica e occupazionale.