ROVIGO – Si è celebrato oggi con una cerimonia in piazza Vittorio Emanuele II, il Giorno dell’Unità Nazionale e la Giornata delle Forze Armate.
Dopo l’alzabandiera, il prefetto Clemente Di Nuzzo ha letto il messaggio del Presidente della Repubblica, è seguita la lettura del messaggio del Ministro della Difesa, poi gli interventi del sindaco Edoardo Gaffeo, del vice presidente della Provincia Antonio Laruccia e la lettura di un elaborato da parte degli studenti.
La cerimonia è proseguita con la commemorazione del centenario della traslazione del Milite Ignoto nel sacello dell’Altare della Patria, da parte del Comandante provinciale dei Carabinieri e con la deposizione delle corone al Monumento ai Caduti presso il palazzo della “Gran Guardia” e resa degli onori ai Caduti.
Riportiamo di seguito l’intervento del sindaco Edoardo Gaffeo:
«Rivolgo innanzitutto il mio saluto alle Autorità civili, militari, religiose, alle Associazioni Combattentistiche e d’arma, ai docenti, agli studenti e ai cittadini presenti qui, oggi, per questa importante ricorrenza.
Una ricorrenza di alto significato morale e civile, un momento per stringersi tutti insieme sotto la nostra bandiera nazionale.
Oggi si celebra l’armistizio del 4 novembre 1918 che pose fine alla guerra tra l’Italia e l’Austria-Ungheria, conclusa sul campo con la vittoriosa offensiva italiana nella battaglia di Vittorio Veneto.
Una data storica, che ci emoziona e ci fa riflettere. È solo grazie al sacrificio più alto di molti giovani e giovanissimi, infatti, che oggi possiamo vivere in un Paese libero e democratico. Ed è ai giovani che mi rivolgo in particolar modo, perché eventi accaduti più di cento anni fa, potrebbero oggi sembrarci anacronistici, in un mondo dove tutto corre veloce, dove basta un tasto per connettersi in tempo reale con qualsiasi altra parte del nostro pianeta. Ma non bisogna dimenticare che la nostra identità, chi siamo e chi saremo, il nostro presente e il nostro futuro, sono frutto di questo passato, fatto di sacrifici, di abnegazione, di ideali che devono e dovranno essere sempre parte di noi.
Voi ragazze e ragazzi, avete il dovere di far sì che la nostra storia non venga dimenticata, ma sia quel seme che – messo a dimora dentro ognuno di noi – ci aiuta a crescere e a costruire un mondo dove regni la pace e la giustizia. La vita è sempre una sfida, lo sappiamo bene. In alcuni casi una vera e propria battaglia, da combattere con coraggio e abnegazione. Ne è testimonianza la pandemia che ci ha colpiti in questi ultimi anni. O, aprendo il nostro orizzonte, la sfida dei cambiamenti climatici che incombono sul nostro pianeta, o le guerre e le devastazioni che continuano a dilaniare molti Paesi e spingono intere popolazioni a cercare un futuro migliore in luoghi lontani. Ma uniti, ce la possiamo fare. È questo l’insegnamento che ci hanno lasciato i nostri soldati ed è con forza che dobbiamo tramandare tale insegnamento alle nuove generazioni, per trasmettere loro la capacità di guardare avanti con fiducia e speranza.
Cerimonie come questa sono importanti per ritrovare e rinvigorire una “cultura dei valori”, condivisa proprio partendo dalla memoria. Ed è nostro compito continuare a credere nelle Istituzioni e nei simboli che la rappresentano, perché identificano l’insieme dei valori fondamentali della nostra Nazione.
Nel giorno dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate ricordiamo e onoriamo i Caduti per la Patria e rivolgiamo un referente ringraziamento alle Forze Armate che continuano ad operare a garanzia della civile e pacifica convivenza anche attraverso l’espletamento di delicate missioni di peace-keeping all’estero. La giornata di oggi è occasione per esprimere la nostra gratitudine a tutti i combattenti e i civili che hanno dato la loro vita per l’Italia. Un’Italia unita, libera, democratica. Ma è anche occasione per ringraziare tutti il mondo del volontariato, la Protezione civile e le varie associazioni umanitarie, sempre in prima linea dove serve aiuto. Questa ricchezza di valori e generosità di impegno fa grande l’Italia, un Paese che attraverso l’unità ritrova sé stesso nei momenti più difficili.
È la memoria che ci insegna ad impegnarci, tutti insieme e giorno per giorno, per un Paese dove regni la pace, la legalità e la giustizia, con spirito di unità e solidarietà nazionale».