ROVIGO – Grande successo e vivo apprezzamento da parte dei presenti per la prima iniziativa pubblica nell’ambito del programma culturale della nuova annata dei Lions di Rovigo. Lunedì 24 ottobre, nella sala riunioni di palazzo Manfredini, sede di Confagricoltura Rovigo, si è parlato di Delta del Po tracciando un bilancio delle iniziative trascorse e ipotizzando una previsione per il futuro.
In apertura, il Presidente del Lions Club, ha affermato che «il Delta non ha ancora centrato l’obiettivo di diventare una meta del turismo internazionale come tutti ci aspettavano» ed ha auspicato il superamento delle recenti decisioni regionali che impediscono, per fortuna solo formalmente, la creazione di un pacchetto turistico che colleghi il Parco, con i luoghi simbolo della città capoluogo e le mostre al Roverella.
L’incontro è stato aperto dalla presentazione di un racconto per immagini sulla Sacca di Scardovari dell’artista Raffaella Benetti polesana, introdotta dalla giornalista Micol Andreasi.
Il presidente del Parco del Delta, Moreno Gasparini, ha poi conversato con la giornalista Sofia Teresa Bisi spiegando la storia del territorio, dal primo Taglio seicentesco operato dalla Serenissima fino agli interventi più recenti, sia naturali che artificiali. In base alla conformazione, alla fragilità e alla mutevolezza della zona, nel 1997 è stato creato il Parco del Delta, nonostante ci fossero molte resistenze da alcune persone, preoccupate delle conseguenze per le loro attività.
Fondamentale, nel 2015, il riconoscimento UNESCO di “Riserva di Biosfera” nell’ambito del Programma MaB, “Man and the Biosphere”. MAB “L’uomo e la biosfera”, è un programma scientifico intergovernativo che mira a promuovere su base scientifica un rapporto equilibrato tra uomo e ambiente attraverso la tutela della biodiversità e le buone pratiche dello Sviluppo Sostenibile.
«Il Delta – le parole di Gasparini – è prezioso per le 400 specie di esseri viventi che ne caratterizzano la biodiversità, per la presenza di delfini e tartarughe Caretta Caretta, per un ambiente unico in Italia, che sta attirando sempre più turisti. Il Veneto è in leggero ritardi rispetto all’Emilia Romagna, ma le recenti iniziative, tra le mille peripezie della burocrazia, stanno producendo risultati interessanti. I Fondi Pnrr sono una risorsa preziosissima, che va colta con attenzione, mettendo in campo tante forze in modo sinergico, per restare entro i limiti temporali che vengono imposti. I lavori più urgenti riguardano le infrastrutture, in particolare le piste ciclabili. La speranza è che entro il 2026 ci possa essere una rete completa di percorsi per gli spostamenti in bicicletta. Indispensabili anche alcuni interventi sulle ferrovie e sulle strade: in particolare servirebbe un migliore collegamento nella direzione nord-sud in modo parallelo alla Romea. Per questo è stato di recente approvato un accordo di programma che vede coinvolti Regione, Veneto Strade, Infrastrutture Venete ed Ente Parco Delta del Po, con l’obiettivo di potenziare l’attrattività turistica dell’area della provincia».
Si è parlato anche di problemi legati alla siccità e al cuneo salino che hanno colpito il territorio deltizio durante quest’anno, compromettendo una parte determinante dell’economia. Importante il riferimento alle chiuse che le regioni più a monte realizzano, bloccando le risorse idriche a valle, dove troppo spesso giungono copiosi solo i rifiuti che poi si dirigono fino al mare.
Sulla Gazzetta Ufficiale del 22 febbraio 2022 è stata pubblicata la Legge costituzionale recante “Modifiche agli articoli 9 e 41 della Costituzione in materia di tutela dell’ambiente”. Con la riforma, “la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni” viene inserita tra i principi fondamentali dalla Carta costituzionale. Queste decisioni nazionali confermano che un ambiente come il Delta è una risorsa fragile ma preziosa, su cui puntare per diverse modalità di crescita.