ROVIGO – La scuola, da sempre emblema della compartecipazione, di un contatto e confronto che è tanto culturale quanto umano, vive un momento di crisi profonda e di ripensamento. Bambini e ragazzi sono abituati quotidianamente a costruire il loro essere, il loro pensiero, il loro futuro grazie all’incontro, allo scambio propositivo e vivace; il loro concetto di scuola, ormai radicato, si fonda su un lavoro in classe che poi è consolidato da quello domestico e successivamente controllato dai docenti.
Da 26 giorni non è più così. L’emergenza sanitaria di questo periodo ha stravolto e sovvertito ogni ordine precedente, lasciando nell’incertezza più totale tutto il mondo della scuola: docenti, dirigenti, studenti e famiglie. Nell’assenza di una normativa in merito, ogni singolo ha fatto affidamento esclusivo alla propria coscienza, al senso del dovere e anche al legame affettivo che per convenzione trovano nel luogo “scuola” l’occasione di confronto, di crescita e anche di socialità. Ora questa scuola non c’è, è stata messa in pausa a tempo forse indeterminato e per un po’ si è affidata solo al senso di responsabilità e dovere.
Il Celio Roccati, il liceo umanistico più grande e prestigioso del nostro territorio, continua il suo lavoro quotidiano, cercando di mantenere accesi tutti i valori di cui è sempre stato portatore: non solo la cultura e la formazione dei ragazzi, ma anche il contatto con le famiglie. A seguito di circolari e confronti, la Didattica a distanza ha preso ufficialmente il via e sta registrando buona partecipazione da parte di tutti: i ragazzi sono responsabili, i docenti hanno attivato ogni possibile canale di comunicazione, il personale tecnico e amministrativo fa da supporto per le difficoltà che emergono, i consigli di classe non sono stati cancellati.
Da quattro giorni sono in corso con collegamento online a distanza tutti i consigli di classe, in cui si incontrano in modo virtuale i docenti delle classi, la dirigente scolastica Anna Maria Pastorelli, i rappresentanti degli studenti e dei genitori. L’occasione è preziosa per uno scambio valutativo su modi e tempi della nuova organizzazione scolastica, che, dopo una partenza burrascosa e impacciata, si sta rivelando abbastanza proficua, anche se non sostituirà mai la didattica tradizionale.
Il riscontro diretto tra le varie componenti del mondo della scuola ha permesso di ricalibrare alcuni dettagli ma soprattutto ha creato maggiore solidarietà e collaborazione. Le famiglie stanno apprezzando l’impegno profuso da tutti per non trascurare il lavoro dei giovani, perché non si interrompa la loro istruzione ma soprattutto la loro abitudine all’impegno quotidiano. La scuola offre anche agli studenti in difficoltà il prestito di tablet e il supporto tecnico necessario.
In questo clima così incerto e tra le molteplici difficoltà del periodo, il risultato più positivo è offrire continuità nel lavoro dei ragazzi, ma anche il contatto umano di cui hanno bisogno e per cui spesso dicono: “Non pensavamo di arrivare a pensarlo, ma non vediamo l’ora di tornare in classe!”