ROVIGO – Sono mesi duri per i produttori di radicchio e di orticole dell’area di Rosolina: i prodotti sono rimasti nelle aziende che non hanno trovano la collocazione sul mercato a fronte dell’emergenza sanitaria che ha bloccato i loro canali di conferimento. Se per il radicchio il prezzo sul mercato è sceso fino a qualche manciata di centesimi al kg, non stanno meglio gli altri prodotti tipici della zona.
La denuncia arriva dai soci di Coldiretti di Rosolina dove, a causa del Coronavirus, il radicchio pronto per la consegna post invernale è rimasto stivati nei frighi mentre nei campi, pur partendo in ritardo la produzione primaverile a causa della situazione generale, ora abbiamo già pronto il nuovo prodotto. Ma non c’è nessuno che lo chiede e che lo consumerà.
«All’inizio si trattava solo del radicchio – afferma il presidente di zona Antonio Beltrame – poi questa situazione anomala dei mercati ha portato sul fondo anche altre colture come ad esempio insalata e cipollotti. Siamo arrivati alla proposta di ricevere dai 5 agli 8 centesimi a chilogrammo: con questa cifra non si ripaga né la produzione, tantomeno la raccolta».
Ma come mai si è arrivati a questa situazione? «Non c’era spazio per le nostre produzioni – prosegue Beltrame – Noi non abbiamo contratti con la grande distribuzione e non potevamo collocarci lì, la nostra commercializzazione è dedicata ai negozi, agli spacci, ai ristoranti, dove vendiamo il fresco. Siamo legati a canali di distribuzione che erano totalmente fermi. Quindi con i canali Horeca immobili a causa del lockdown, ma anche con le esportazioni bloccate e i consumi non in linea con il periodo siamo arrivati alla disperazione».
E lunedì, con la timida ripresa della ristorazione, si spera che la situazione abbia un’inversione di marcia perché la situazione è ormai insostenibile. «Viene mortificata la professionalità dei nostri imprenditori – sottolinea il presidente provinciale Carlo Salvan – come è inaccettabile che ci siano dei lavoratori sottopagati, altrettanto deve emergere come purtroppo ampi settori dell’agricoltura stanno lavorando in perdita, senza coprire nemmeno i costi di produzione. Se si vuole parlare di rilancio, istituzioni e operatori economici devono fare squadra per affrontare il mercato e superare al più presto questa fase critica».