ROVIGO – «Sono state accolte le richieste di Coldiretti per il taglio del costo del lavoro nei settori più colpiti dalla crisi provocata dall’emergenza Covid». Lo ha affermato il presidente di Coldiretti Rovigo, Carlo Salvan, nell’esprimere soddisfazione per l’approvazione dell’emendamento al Decreto Rilancio che destina 426 milioni all’esonero per i primi sei mesi 2020 dei contributi previdenziali e assistenziali dovuti dai datori di lavoro appartenenti alle filiere agrituristiche, apistiche, brassicole, cerealicole, florovivaistiche, vitivinicole ma anche per quelle di ippicoltura, pesca e dell’acquacoltura.
«Ricordiamo che tra loro ci sono tantissimi agricoltori, allevatori e operatori – ha proseguito Salvan – che per mesi hanno visto azzerati i loro fatturati, per blocchi totali delle attività. Ricordiamo i milioni di fiori recisi che abbiamo dovuto buttare nei rifiuti perché invenduti o le cozze mature che giacciono negli allevamenti a mare e restano invendute perché i canali di vendita sono chiusi, ma anche gli agriturismi che hanno vissuto la cancellazione totale delle prenotazioni e hanno dovuto chiudere le loro porte ai clienti durante la pandemia senza più vedere un euro in entrata».
A questo risultato importante va aggiunta anche l’istituzione di un Fondo emergenziale di 90 milioni a supporto del settore zootecnico, il rifinanziamento con 30 milioni di euro dello strumento della cambiale agraria e la destinazione di 30 milioni di euro aggiuntivi per il Fondo di solidarietà nazionale, per sostenere le imprese agricole danneggiate, oltre che dagli effetti del Covid 19, dagli attacchi della cimice asiatica.
«Questi ulteriori milioni per la cimice – ha commentato Salvan – sono molto importanti per la lotta contro questo insetto alieno contro il quale stiamo combattendo da anni e in particolare da qualche mese grazie al via libera per il lancio della vespa samurai».
Da quando è iniziata la pandemia in Italia il 57% delle 730mila aziende agricole nazionali ha registrato una diminuzione dell’attività. «Come ha ben sottolineato il nostro presidente nazionale Prandini – ha concluso Salvan – l’allarme globale provocato dal Coronavirus ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico della filiera del cibo con la necessità di difendere la sovranità alimentare e non dipendere dall’estero per l’approvvigionamento alimentare in un momento di grandi tensioni internazionali sugli scambi commerciali. Da tempo affermiamo che il nostro settore un traino economico essenziale dell’economia italiana per tipologia di produzioni e numero di addetti, ma soprattutto che sia indispensabile da tutelare».