ROVIGO – Serata tutta dedicata alla voce quella di sabato 9 luglio nel Giardino di Palazzo Casalini, apertura ufficiale della terza edizione del festival jazz promosso da RovigoBanca e dal Conservatorio “Francesco Venezze”, ideato e fortemente voluto dall’indimenticato Marco Tamburini, al quale è stato intitolato.
La serata inaugurale di “Jazz Nights at Casalini’s Garden”, segnata da una serata calda ma che ha visto il pubblico delle grandi occasioni, è stata aperta dalla raffinata cantante americana Rachel Gould, da oltre trent’anni ai vertici del jazz vocale internazionale, ma in Italia non conosciuta come meriterebbe. Dopo un prestigioso passato che l’ha vista collaborare con due maestri del jazz moderno come Chet Baker e Sal Nistico, entrambi scomparsi – ed a quest’ultimo era stata anche legata affettivamente – la cantante del New Jersey ha insegnato per oltre vent’anni al Conservatorio di L’Aia, in Olanda, e vive ora non distante da Londra.
Ad accompagnarla, in modo impeccabile, è stato l’affiatato trio del pianista Marcello Tonolo – che ha due eccellenti dischi di standard alle spalle – che tra l’altro aveva avuto occasione in passato di incidere con lei, insieme a Marco Tamburini, due dischi, da cui sono stati tratti Dancin’ on a dime – brano originale della stessa Gould che dava il titolo al primo dei due album, del 1999 – ed Empty Room, composizione di Sal Nistico presente invece nel secondo, intitolato «No More Fire» (2005). Con un mirabile controllo della voce, usata soprattutto nelle sue tonalità più profonde, che l’avvicina alle grandi cantanti del jazz moderno – sembra avvicinarsi in particolare a Carmen McRae – e che non conosce oggi molti rivali, Rachel Gould, classe 1953, ci ha regalato anche qualche celebre ed assai apprezzato standard, da una suggestiva Star Eyes, eseguita in apertura, ad una swingante Do nothing till you hear from me di ellingtoniana memoria.
Poco meno di un’ora è così volata ed il pubblico è rimasto davvero incantato da una musicalità così intensa ed allo stesso tempo controllata. Magistrale sia nell’accompagnamento che nei frequenti assoli si è rivelato Marcello Tonolo, ottimamente assecondato dal sostegno ritmico fornito dal preciso contrabbasso del giovane Marco Privato e dalla fantasiosa batteria di Jimmy Weinstein, americano che da un decennio si è trasferito a Padova.
Dopo una breve pausa è quindi salita sul palco la Big Band del Conservatorio rodigino, che il suo direttore, il trombonista Massimo Morganti, ha fatto notevolmente crescere in quest’ultimo anno. L’ennesima conferma è venuta dall’esibizione nel Giardino del Casalini, impeccabile e trascinante, benché il repertorio prescelto sia stato messo al servizio delle voci – se si esclude il brano strumentale d’apertura, firmato da Maria Schneider, fra i più importanti arrangiatori e direttori d’orchestra del jazz contemporaneo – che si sono alternate sul palco nel corso della sua esibizione, soprattutto di quella matura e completa di Ada Montellanico, docente di canto jazz proprio al Venezze, molto brava sia nella porteriana Love for sale, qui presentata nel bellissimo e non facile arrangiamento di Bob Brookmeyer, sia nel “jump blues” finale di “Let the good times roll”, hits degli anni ’40 di Louis Jordan, che ha avuto il merito di aprire la strada sia al rhythm’n blues che al rock & roll.
Ma una menzione spetta anche alle tre allieve che hanno diviso la scena con la prestigiosa insegnante: Linda Nordio, interprete di un’intensa Come fly with me, standard di Van Heusen qui presentato nell’arrangiamento preparato per la voce di Kurt Elling, Camilla Ferrari, che si è cimentata con l’Ella Fitzgerald di un’esplosiva Shiny stockings, ed infine Valentina Frezza, che ha affrontato le più libere atmosfere contemporanee di Sea lady, scritta dall’indimenticato trombettista Kenny Wheeler per la voce di Norma Winstone.
Bis finale ancora in chiave boogie, ed applausi prolungati, meritatissimi, per tutti i componenti della Venezze Big Band, orchestra di cui il Conservatorio deve sentirsi orgoglioso.
Il prossimo appuntamento con “Jazz Nights” è per domenica 17 luglio, serata dedicata alla prima edizione del Premio Marco Tamburini, riservato a giovani solisti di jazz. Il vincitore sarà incoronato dal presidente della giuria, Fabrizio Bosso, al termine dell’esibizione degli otto migliori strumentisti selezionati.