ROVIGO – L’Italia dice no all’etichetta a colori. Nel tardo pomeriggio di martedì, il ministero guidato da Teresa Bellanova ha bloccato il documento di conclusioni del Consiglio Agricoltura Ue che avrebbe accelerato l’adozione del sopracitato sistema. Di fatto, un’etichettatura che va in questa direzione, taccerebbe come insalubri tantissimi prodotti Made in Italy, non informando correttamente i consumatori.
La Coldiretti esprime apprezzamento per la presa di posizione del Ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova che si è opposta insieme ai colleghi della Repubblica Ceca e Grecia, con il sostegno di altri Paesi. Il documento presentato ai Ministri avrebbe costituito un approccio poco ambizioso – sottolinea la Coldiretti – anche per quanto riguarda l’obbligo di indicazione di origine obbligatoria, limitandosi a citare solamente il latte e le carni, mentre l’obiettivo della trasparenza sulla provenienza degli alimenti deve riguardare tutti i prodotti. L’etichettatura Nutriscore francese, come quella a semaforo adottata in Gran Bretagna, influenza il consumatore, con un bel verde, a scegliere prodotti con ingredienti di sintesi e a basso costo spacciandoli per più salutari.
«L’Italia – commenta il presidente di Coldiretti Rovigo, Carlo Salvan – ha fatto così un altro passo importante per fermare l’attacco ai prodotti della terra tricolore. Questi esempi di etichetta bocciano ingiustamente quasi l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine (Dop/Igp) e altri alimenti sani e buoni. Sono prodotti che la stessa Ue dovrebbe invece tutelare e valorizzare».
«Le etichette adottate in gran parte dei paesi europei vorrebbero usare la semplificazione – prosegue Salvan – In sostanza, si metterebbe in gioco quasi tutta la nostra produzione, le ricette secolari, un patrimonio che ci viene invidiato e copiato. Da anni combattiamo per la trasparenza e per fermare la concorrenza sleale, ma questa etichettatura va proprio nella direzione opposta. Chiediamo all’Europa di tutelare il nostro Paese, la nostra economia e il nostro agroalimentare: il nostro export nazionale vale 44,6 miliardi di euro, di questi 7, 10 sono quelli del Veneto e assieme ai farmaci è l’unico settore che ha avuto segno più nel 2020. L’agroalimentare va trattato come settore di traino, non va boicottato. È chiaro che questa manovra punta a fermare la nostra crescita».