ROVIGO – Potenzialmente nel nostro territorio, ogni giorno ci sono oltre cinquemila lavoratori di imprese artigiane del comparto edile (edilizia, manutenzione verde, installazione di impianti e serramentisti) che lavorano nei cantieri lontano dalla sede dell’impresa e da casa che hanno bisogno di un pasto caldo, di potersi sedere e usufruire dei servizi. In particolar modo in un periodo come quello invernale caratterizzato da giornate fredde come quelle degli ultimi giorni, dove le lavorazioni in cantiere diventano di per sé già più complicate del solito, il diritto ad un pasto caldo diventa ancora più importante.
«Anche dalla nostra Provincia parte un appello al Governo – afferma Marco Campion Presidente di Confartigianato Polesine – perché conceda anche nelle Regioni arancioni e rosse, a bar, ristoranti, trattorie, etc. la possibilità di fornire a pranzo pasti caldi ai nostri lavoratori che ogni giorno operano nei cantieri, sempre garantendo le condizioni igieniche e di contrasto alla diffusione del Covid-19, anche il loro consumo sul posto, senza la necessità di un contratto continuativo scritto».
«Stiamo assistendo – prosegue Marco Campion – ad una richiesta che ci viene fatta sempre più spesso in questi ultimi giorni da parte dei nostri collaboratori, ma questa necessità l’abbiamo anche noi titolari che ogni giorno andiamo con loro in cantiere. Il divieto di consumo sul posto per le trattorie, bar, ristoranti, etc. previsto dal permanere del Veneto in zona arancione comincia a pesare sempre di più, giorno dopo giorno. Se inizialmente abbiamo “tamponato” con panini preparati a casa, con il ripristino della famosa “gavetta”, ora la situazione comincia a diventare veramente difficile. Il problema non è banale ed interessa oltre 5.000 addetti che operano nelle 2.587 imprese polesane artigiane attive nei settori più coinvolti dai cantieri: quello edile, della manutenzione del verde, della installazione degli infissi e gli installatori di impianti».
«In cantieri di breve durata come i nostri diventa impossibile predisporre una zona riscaldata per il consumo del pasto in loco, con tutti i requisiti igienico sanitari. Siamo ben consci – conclude il Presidente di Confartigianato Polesine – che le attività delle mense e dei catering continuativi su base contrattuale sono consentite, ma per le attività come le nostre che prevedono lo spostamento da un cantiere all’altro ed il permanere per pochi giorni dei nostri collaboratori negli stessi cantieri, diventa pressoché impossibile organizzarsi in tal senso, diventa impossibile stipulare contratti con l’una o l’altra mensa non sapendo nemmeno per quanto tempo staremo in una zona rispetto ad un’altra, questa misura può andare bene per le imprese che hanno una sede fissa».