ROVIGO – Ci sono ancora numerose aree rurali scoperte da una connessione a banda larga o che, addirittura, non sono collegate ad alcuna linea internet. Da un’indagine svolta da Coldiretti su dati Istat, sono tantissime le zone non servite, sebbene si tratti di uno strumento ormai fondamentale, non solo per il settore agricolo, ma anche per il resto delle attività come la didattica a distanza per gli studenti o i lavoratori in smart working.
Occorre recuperare i ritardi delle infrastrutture telematiche per superare il digital divide che spezza il territorio tra le zone servite e le altre no. «L’estendersi dell’emergenza Covid ha riacceso questo tema – afferma Carlo Salvan, presidente provinciale di Coldiretti – La nostra struttura, come tutte le federazioni, si sono dovute attivare già in primavera per assicurare la formazione a distanza, si pensi ai patentini o simili. Purtroppo abbiamo incontrato soci con difficoltà di connessione, a volte assenza totale di linea internet e questo non dipende dalla loro volontà. Ma pensiamo anche a tutti i clickday o alle numerose operazioni telematiche che i nostri uffici devono affrontare durante l’anno, una rete stabile e sicura è imprescindibile al giorno d’oggi. Chiediamo alle istituzioni di riflettere sull’importanza della connessione internet, che non può essere un lusso, si tratta di un’opportunità e un modo per evitare l’isolamento o l’esclusione».
Per quanto concerne il nostro settore, si parla ormai da tempo di “agricoltura 4.0”; le nuove tecnologie permettono di ottenere un incremento di produttività accompagnata dalla riduzione dei costi e a favore della sostenibilità ambientale. Droni che controllano la sorveglianza e l’irrigazione, piuttosto di sistemi gps sui mezzi addetti alla semina, ma anche trappole tecnologiche contro i parassiti dannosi, sono alcune delle attività messe in campo dal settore che negli ultimi si è saputo digitalizzare per stare al passo coi tempi.
«A livello nazionale Coldiretti – prosegue e conclude Salvan – ha siglato con Tim e Bonifiche Ferraresi un accordo per portare la banda ultralarga nelle aziende e sostenere con nuove soluzioni tecnologiche il grande potenziale di innovazione del settore a beneficio della ripresa economica del Paese, accelerando la transizione digitale dell’agroalimentare Made in Italy. Chiediamo ai nostri sindaci e alle altre istituzioni di prendere consapevolezza di questo divario che, nel 2020, è davvero diventato un problema da mettere in agenda».