Adria (RO) – In occasione dell’installazione della panchina gialla per Giulio Regeni, inaugurata in piazza Bocchi il 25 gennaio scorso, nel giorno del quinto anniversario dalla morte del giovane ricercatore friulano avvenuta in Egitto, la maggioranza civica, sempre impegnata a sostenere in maniera significativa la promozione dei diritti umani, annunciò l’adesione alla campagna di sensibilizzazione promossa da Amnesty International per la liberazione di Patrick Zaki. Lo studente egiziano del master di studi di genere dell’Università “Alma Mater” di Bologna, detenuto in Egitto dal 7 febbraio 2020, con l’accusa di propaganda sovversiva.
L’amministrazione Comunale ha quindi deciso di accogliere le proposte di Amnesty International Italia, nel tenere alta l’attenzione sui mezzi di comunicazione e fare pressione sulle istituzioni egiziane per ottenere la scarcerazione del giovane universitario. Per questo motivo, il 7 e 8 febbraio verrà illuminato di giallo il teatro Comunale e saranno affissi i dieci migliori poster dedicati a Patrick George Zaki, come previsto dall’iniziativa “Free Patrick Zaki Prisoner of con science”, edizione speciale del concorso internazionale di comunicazione sociale “Poster For Tomorrow”.
«Alla notizia di questi giorni, per la quale Patrick passerà almeno un altro mese e mezzo nel complesso carcerario cairota di Tora – dichiara il Sindaco Omar Barbierato – vogliamo esprimere la nostra solidarietà e vicinanza alla famiglia del giovane universitario ritenendo la sua condizione di detenzione preventiva incompatibile con il rispetto dei diritti umani».
«Le accuse rivolte a Patrik sono le stesse che colpiscono persone che svolgono attività del tutto legittime secondo il diritto internazionale e che in Egitto hanno raggiunto in questi anni centinaia di attivisti, ricercatori, avvocati ed esponenti di organizzazioni per i diritti – commenta l’assessore Andrea Micheletti – Fino a quando i diritti di qualcuno sono in pericolo, i diritti di tutti noi sono in pericolo, per questo non possiamo girare la testa di fronte a quanto accade in Egitto».