ROVIGO – La solidarietà di Coldiretti non si è esaurita con la Pasqua: pacchi contenenti specialità “Made in Italy” sono stati distribuiti direttamente dalle Coldiretti alle persone in difficoltà e le consegne stanno per essere ultimate. Ogni pacco è un vero carrello di prodotti agroalimentari e contiene: pasta e riso, biscotti, sughi, salsa di pomodoro, tonno sott’olio, dolci e colombe pasquali, stinchi, cotechini e prosciutti, carne, latte, panna da cucina, zucchero, olio extra vergine di oliva, legumi e formaggi.
L’iniziativa nasce per aiutare quelli che sono definiti i nuovi “invisibili”. Purtroppo, in Italia, dall’inizio della pandemia, sono cresciute a dismisura le persone che vivono in uno stato di povertà; solo in Veneto, il disagio sociale ha visto un incremento del 30%. E quella che sembra una cosa banale come mangiare, per molti è un problema e una difficoltà quotidiana.
L’iniziativa è stata resa possibile grazie alla partecipazione di: Conad, Bonifiche Ferraresi, Philip Morris, Eni, Snam, Intesa San Paolo, Generali, De Cecco, Cattolica Assicurazioni Grana Padano, Barilla, Enel, Confapi, Fondazione Tim, Inalca, De Rica, Pomì, Casillo Group, Mutti, Monte dei Paschi di Siena, Granarolo, Coprob, Virgilio, Parmigiano Reggiano, Casa Modena, Ismea, Fondazione Osservatorio Agromafie e Crea.
«La pandemia ha incrementato il numero delle persone indigenti – commenta il presidente di Coldiretti Rovigo, Carlo Salvan – non servono numeri o sondaggi, è sufficiente guardarsi attorno e vedere quante attività nono hanno più ripreso o quanto abbiamo ridotto all’osso i nostri consumi e le abitudini. Un allarme sociale di fronte al quale non potevamo rimanere impassibili. Dentro ci sono generi alimentari di diverso tipo, tutti prodotti agricoli da diverse parti d’Italia, un’offerta fatta con il cuore, spinta dal desiderio di dare un sostegno a chi è meno fortunato».
I pacchi sono stati consegnati direttamente dagli addetti di Coldiretti alle famiglie e alle comunità alloggio presenti sul territorio. Coldiretti Rovigo ringrazia le amministrazioni locali e le associazioni che hanno contribuito nell’individuare i nominativi delle famiglie per permettere all’associazione polesana di consegnare i pacchi a chi ne aveva davvero bisogno.