ROVIGO – Il progetto “Frattesina – prima Europa” i sorprendenti risultati delle ultime campagne di indagini, eseguite tra il 2013 e il 2017 sul sito protovillanoviano sono statipresentati al Museo dei Grandi Fiumi, lo scorso venerdì 14 maggio. L’iniziativa a cura del CPSSAE – Centro Polesano di Studi Storici Archeologici ed Etnografici di Rovigo, con la partecipazione di: Fondazione Cariparo, Comune di Rovigo, Soprintendenza Verona Vicenza e Rovigo e La Sapienza Università di Roma si è svolta in diretta streaming.
«Rovigo è da moltissimi anni una delle province più forti a livello di archeologia e territorio trainante della protostoria» ha detto Vincenzo Tiné, Soprintendente di Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza. Egli ha anche precisato: «Frattesina resta il sito archeologico più famoso in Europa; l’intento è di allargare le ricerche anche verso i siti vicini di Villamarzana e Campestrin di Grignano Polesine».
«Museo è anche ricerca scientifica e valorizzazione del patrimonio archeologico presente nel museo o nel territorio» ha sottolineato l’assessore alla Cultura, Roberto Tovo. Il vicepresidente della Fondazione Cariparo, Giuseppe Toffoli, ha evidenziato la valenza di iniziative volte a valorizzare i beni culturali in un progetto comune e condiviso.
Il progetto “Frattesina-prima Europa” ha preso avvio dai sorprendenti risultati delle ultime campagne di indagini eseguite tra il 2013 e il 2017 da Cpssae e altri professionisti, sotto la direzione di Anna Maria Bietti Sestieri dell’Università di Lecce e di Paolo Bellintani dell’Ufficio beni archeologici di Trento e grazie al contributo della Fondazione Cariparo. «L’abitato protostorico e le sue necropoli, compresi nel periodo 1200-900 a.C. scoperti nel 1967, erano ben noti come centro di produzione e scambi di livello internazionale» ha affermato il presidente del Cpssae Paolo Bellintani.
Le ultime indagini hanno svelato la singolare struttura urbanistica vista grazie alla tele-osservazione e con nuove ricerche al suolo. Dal 2019 la collaborazione con l’Università La Sapienza ha messo in campo anche altre metodologie i cui rilievi combinati con i dati della tele-osservazione e i carotaggi eseguiti negli anni precedenti stanno facendo emergere un’immagine inaspettata del sito protovillanoviano che richiama gli sviluppi proto-urbanistici degli insediamenti veneti degli inizi dell’età del Ferro (950-700 a.C.).
Alla presentazione degli atti del convegno 2018 su Frattesina editi dal Cpssae, Andrea Cardarelli ordinario di Preistoria e Protostoria alla Sapienza Università di Roma ha precisato: «Tremila anni fa, Frattesina era un polo di grandissimo interesse anche a livello di commercio nel Mediterraneo. Tutto è iniziato con la campagna di scavi in località Narde di Fratta, grazie a Luciano Salzani, dove il lavoro non è ancora concluso ma sono stati fatti comunque passi importanti anche grazie all’utilizzo del geomagnetometro per i rilievi del sottosuolo».
La dottoressa Cristina Vallicelli della Segretaria di redazione di Padusa ha sottolineato: «L’associazione CPSSAE da sempre ha uno stretto legame con il territorio, il Polesine e il Delta del Po e nel tempo si è aperta anche ad ambiti più ampi, padani e dell’Italia nord-orientale con contributi che riguardano principalmente la protostoria. Molto forte è sempre rimasto il legame con il Polesine con la sua terra di origine, lo dimostra anche il volume Padusa numero 56 anno 2020 che accoglie il primo tomo degli atti del convegno di Frattesina 50 anni dopo, il Delta del Po tra Europa e Mediterraneo nei secoli attorno al 1000 a.C, tenutosi al Museo dei Grandi Fiumi di Rovigo nell’aprile del 2018. Organizzato dal Cpssae in collaborazione con la Soprintendenza di Verona, la Direzione generale Musei del Veneto e il Comune di Rovigo. È il primo tomo che raccoglie sette relazioni e la sezione dei poster in tutto quindici, con il prossimo volume si chiuderà la pubblicazione degli atti».
A presentare il volume i professori: Alessandro Guidi ordinario di Preistoria e Protostoria – Università di Roma Tre, Maurizio Harari ordinario di Etruscologia e Antichità italiche – Università di Pavia, Umberto Tecchiati associato di Preistoria e Protostoria – Università di Milano.
La Fondazione Cariparo e il Comune di Rovigo con il loro contributo garantiscono la pubblicazione della rivista.