#Stopcinghiali: flash mob di tutta Coldiretti Veneto a Venezia

Intervenuto anche il presidente della Regione Veneto Luca Zaia

La delegazione di Rovigo oggi a Venezia

VENEZIA – Troppi, dannosi per le colture, pericolosi per le persone e difficili da gestire con le attuali norme: questo il motivo per cui Venezia, oggi, ha ospitato, per il Veneto, la manifestazione di Coldiretti che contemporaneamente si è svolta da Montecitorio a Milano. 

Il teatro del flashmob versione veneta è stato il piazzale Santa Lucia, davanti a migliaia di passanti e turisti che, incuriositi, si sono fermati ad ascoltare e guardare l’onda giallo verde mentre denunciava il problema, nella sua gravità. A sostenere la denuncia di Coldiretti più di 50 sindaci schierati con fascia tricolore a testimonianza di un impegno quotidiano di tutela del territorio. Accanto ai primi cittadini sono arrivati tantissimi capogruppo consigliari, assessori, rappresentanti delle associazioni di caccia e dei Parchi, testimoni di incidenti con gli animali e molti altri. Per Rovigo presenti l’assessore regionale Cristiano Corazzari e la consigliera Laura Cestari


Coldiretti Rovigo, con soci e dirigenti, ha raggiunto piazzale Santa Lucia muniti di bandiere e cartelli, assieme ai colleghi di tutte le federazioni venete. È stato un grande flash mob “silente” per testimoniare lo stato in cui gli operatori agricoli e i cittadini sono costretti ad affrontare l’invasione dei cinghiali dalle campagne alle città. Il fenomeno che lascia tutti “senza parole” è stato spiegato attraverso l’esposizione “muta” di grandi immagini con ritratti ettari di mais devastati, foto di incidenti stradali e di cinghiali che scorrazzano indisturbati nei centri residenziali, rovistando tra i cassonetti di rifiuti a ridosso delle abitazioni. Una situazione fuori controllo favorita dall’emergenza Covid che con il lockdown ha lasciato campo libero a intere colonie che dagli spazi rurali si sono spinti fino alle aree urbane  arrivando sempre più vicini alle famiglie, nei parchi dove giocano i bambini o alle scuole. Gli animali selvatici distruggono produzioni alimentari, sterminano raccolti, assediano campi: non più di tanto possono fare i circa 7mila selecontrollori. Il dossier elaborato da Coldiretti evidenzia danni periziati per oltre un milione di euro di cui liquidati poco più della metà. 

All’assessore regionale competente in materia, Cristiano Corazzari, Coldiretti ha affidato le seguenti richieste urgenti:

  • che Stato e Regioni facciano un gioco di squadra e operino in modo risoluto per rendere le misure di contenimento e controllo effettivamente efficaci;
  • che gli agricoltori dotati delle necessarie autorizzazioni siano messi in condizione di essere effettivamente protagonisti delle azioni di contenimento, anche attraverso l’utilizzo di altri soggetti autorizzati, a partire dai cacciatori, per intervenire immediatamente sui propri fondi agricoli;
  • semplificare le procedure per l’attivazione di tutti gli interventi e messe in atto azioni per promuovere l’attività dei selecontrollori;
  • che attraverso una modifica della legge nazionale, il coordinamento delle azioni sia affidata al Prefetto in quanto competente per la tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza;
  •  che la delibera proposta alla Regione sia approvata in tempi rapidi;
  • che il nuovo piano di controllo dei cinghiali contenga azioni semplici sburocratizzate, efficaci, efficienti, allargando la platea dei soggetti attuatori, con le risorse necessarie.

Il presidente della Regione Luca Zaia si è detto a fianco degli agricoltori. Nel suo intervento ha teso le mani a Coldiretti, ringraziando l’associazione per aver portato in piazza il problema. “Grazie a Coldiretti che ha portato questo problema evidente all’attenzione di tutte le regioni, i cinghiali sono arrivati ormai nei centri cittadini e il problema è nazionale, non c’è solo in Veneto, spero che il Governo permetta di avviare un percorso per il contenimento di questa specie” ha commentato Zaia. Lo stesso si è detto disponibile ad aprire un confronto, auspicando che, però, ci sia un intervento normativo nazionale.