Trecenta (RO) – Ci sono storie che restano nel cuore, e quella raccontata mercoledì sera scorso al numeroso pubblico del Ferruccio Martini i di Trecenta, in occasione del secondo appuntamento di Polesini segreto, è una di quelle. È la storia di una sposa, o forse è meglio dire promessa sposa, figlia di un signorotto locale che per interesse sceglie di maritarla con l’esponente di un’altra nobile famiglia del luogo. Quel luogo è Sariano di Trecenta, nel cuore del Polesine, con il suo castello, la chiesetta di San Maurelio e Santa Liberata e soprattutto con i suoi specchi d’acqua profondi quanto la loro origini legata ad un antico ramo del Po, linea di confine tra due domini diversi quello ferrarese e quello veneziano.
È sul più grande di questi specchi d’acqua che la storia della sposa prende forma, incorniciata da una natura capace con il suo respiro di entrare in dialogo con chi in quel luogo vi entra. Così nelle notti senza luna e senza stelle, quando tutto è silenzio, sul gorgo grande di Sariano, la sposa si fa vedere e canta la sua nenia triste. Lo ha fatto al Martini, a piedi scalzi, in abito bianco, una superlativa Matilde Vigna, giovane attrice, già vincitrice del prestigioso premio Ubu come miglior attrice under 35 nel 2019, impegnata in importanti produzioni nazionali e originaria di Trecenta, per la prima volta sul palco della sua città con Minimiteatri.
Accanto a Matilde: gli attori Marino Bellini nei panni dell’avido padre, Paolo Rossi nei panni del conte Menardo dei Contrari futuro sposo e Giorgia Brandolese voce della servitù e del popolo. La regia porta la firma raffinata e sapiente di Letizia Piva, direttrice artistica di MinimiTeatri e dell’edizione 2021 della rassegna Polesine Segreto. Un racconto intenso, scritto da Micol Andreasi, ricco di suggestioni, dal ritmo incalzante che non ha dato tregua alle emozioni, anche quando a parlare sono le rane o le cicale o i salici o le robinie intorno al gorgo. Dove nulla è dato per scontato nemmeno la caratterizzazione dei personaggi, soprattutto del futuro sposo che sorprendendo il pubblico ha aperto la leggenda ad una possibilità interpretativa nuova di come non solo la storia, ma l’amore stesso, può evolversi.
La regia ha optato per un finale visionario e aperto, in cui il destino della sposa stessa rimane sospeso…lasciando nei presenti il desiderio di tornare a sentire raccontare la leggenda del Gorgo della Sposa Liosa, di suo padre, del conte Menardo… In fondo è così che deve essere sempre per le leggende tramandate oralmente che nei secoli hanno nutrito la fantasia dei filò sull’aia, arrivando fino a noi.
Il format ideato da Minimiteatri per la seconda edizione del Polesine Segreto, oltre allo spettacolo teatrale, nei primi due appuntamenti ha previsto anche la proiezione di un video di introduzione al luogo dove la leggenda ed il suo mistero sono ambientati. Brevi, ma ben costruiti, i video sono contributi importanti alla valorizzazione del Polesine più segreto.
Venerdì nel Castello di Arquà Polesine si torna in scena con Minimiteatri e con Polesine Segreto, evento ideato dalla Provincia di Rovigo, con il Contributo della Fondazione Cariparo.