ROVIGO – Il tema della disponibilità della risorsa idrica per l’agricoltura è oggetto della programmazione aziendale dei soci Coldiretti da tempo, ma ancora di più in questi giorni caratterizzati da un clima bollente e temperature che raggiungeranno il picco massimo nel fine settimana raggiungendo i 35 gradi.
La siccità è diventata l’evento climatico più ricorrente da Nord a Sud della Penisola, con danni stimati pari ad oltre un miliardo all’anno per l’impatto devastante sulle produzioni agricole e sulla fertilità dei terreni. Non da meno, l’agricoltura è l’attività economica che, più di tutte le altre, vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato per contrastarli.
«Siamo convinti dell’importanza del ruolo che il settore agricolo gioca nell’ambito della promozione di un uso razionale dell’acqua – commenta Carlo Salvan, presidente di Coldiretti Rovigo – sia attraverso lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto, sia mediante altre innovazioni che possono riguardare la modifica degli ordinamenti e delle tecniche produttive e l’introduzione di colture o nuove varietà meno esigenti. La disponibilità della risorsa idrica è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli, senza i quali sarebbe a rischio la competitività del Made in Italy alimentare, così come la stessa sopravvivenza del territorio».
Insomma, l’agricoltura dimostra da tempo una certa lungimiranza sull’argomento. «Le aziende – prosegue Salvan – si sono attrezzate seguendo percorsi, ormai indispensabili, per la sopravvivenza delle colture e del reddito aziendale. A questo si affianca il determinante lavoro dei Consorzi di bonifica, nel nostro caso Delta del Po e Adige Po, che gestiscono la difesa idraulica e ci assicurano l’irrigazione, che sia questa ordinaria o di soccorso».
L’impegno per la protezione del territorio, per la lotta al cambiamento climatico e per la gestione efficiente delle risorse non può essere solo dell’agricoltura, ma generale. Infrastrutturazione e risparmio idrico sono i concetti cruciali del prossimo futuro. «È necessario prevedere, politicamente parlando – conclude Salvan – interventi strategici e la realizzazione di infrastrutture a partire dai bacini di accumulo, a impatto zero, come quelli proposti dalla Coldiretti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Il Veneto, ad esempio, recupera solo il 5% della pioggia rispetto ad una media nazionale dell’11%, un dato preoccupante che dimostra quanto bisogno ci sia di investimenti in questo campo».