ROVIGO – Un vivo successo di pubblico, unito a un altissimo livello di contenuti, hanno caratterizzato le conferenze-concerto di Rovigo Cello City, momenti che hanno unito inusuali ascolti musicali a quella volontà divulgativa, che Giovanni Gnocchi, Direttore Artistico del festival, considera un momento centrale e formativo del fare musica, allo scopo di creare una consapevolezza dell’ascolto, che è fondamentale per l’educazione del pubblico e la sua fidelizzazione convinta a partecipare ai concerti di musica classica.
Nelle sue appassionate introduzioni agli eventi del festival, Gnocchi ha insistito proprio nell’auspicio che l’Italia sappia finalmente sfruttare il suo sconfinato patrimonio culturale, per farsi non solo efficace museo dell’eccellenza insuperabile del passato, ma anche e soprattutto laboratorio attivo, affinché questa ricchezza storica si trasformi in una fonte di ispirazione dell’innovazione creativa, essenziale in ogni tempo per una reale evoluzione artistica. Proprio nel solco di questo auspicio, Nicoletta Confalone, musicologa impegnata da anni proprio sul fronte della divulgazione, nonché VicePresidente dell’Associazione Musicale F. Venezze, è stata la protagonista dei due incontri proposti dal festival alla Sala degli Arazzi dell’Accademia dei Concordi.
Il primo appuntamento in programma, sabato 4 settembre, era la conferenza-concerto incentrata su Joseph-Marie-Clément Dall’Abaco, violoncellista e compositore tanto grande quanto misterioso. Il pubblico si è presentato numeroso anche in un’occasione di questo genere, non prettamente concertistica, confermando il grande interesse che tutti gli eventi di Rovigo Cello City continuano a suscitare nel pubblico, non solo rodigino. Nicoletta Confalone ha illustrato con grande perizia questo autore, ancora poco conosciuto anche dagli addetti ai lavori, che appare quasi enigmatico già dal nome: Joseph-Marie-Clément Dall’Abaco.
Il viaggio nella scoperta di questo compositore, che nella sua lunga vita ha percorso tutto il Settecento, trascorrendone una buona parte fra Verona e Arbizzano, in Valpolicella, è stato accompagnato da I violoncelli di Rovigo Cello City, formati da Michele Ballo, Valeria Bonanno, Alessia Bruno, Massimiliano Fanfoni e Marina Pavani, che hanno eseguito sette degli undici capricci per violoncello solo. La qualità della ricerca curata da Nicoletta Confalone e dell’interpretazione musicale dei giovani violoncellisti, hanno reso l’incontro una avvincente e piacevole passeggiata tra le impervie vie dell’esplorazione musicologica.
I restanti quattro capricci sono stati mirabilmente interpretati da Zlatomir Fung, 1° premio al concorso Tchaikovsky 2019, nel suo magnifico recital solistico, che domenica pomeriggio ha chiuso questa memorabile edizione del festival. Giovanni Gnocchi ha sottolineato che è la prima volta a livello internazionale in cui un festival violoncellistico propone e commenta l’integrale dei bellissimi 11 Capricci di Joseph-Marie-Clémens Dall’Abaco, e quindi l’auspicio espresso a conclusione della performance è che il forte apprezzamento del pubblico sia uno stimolo per intensificare gli appuntamenti di questa natura, in cui l’approfondimento storico/musicale si coniuga all’esecuzione dal vivo.
E in un crescendo di consensi, dimostrati da un applauso senza fine che ha risuonato in Sala degli Arazzi, si è concluso domenica mattina – 5 settembre – in Accademia dei Concordi il secondo doppio appuntamento, incentrato sulla Musica delle grandi donne. Luca Giovannini ha incantato ancora una volta il pubblico con un programma straordinario ed insolito: Pablo Casals, Lera Auerbach ed un dialogo tra i 10 preludi di Sofia Gubaidulina e alcuni movimenti delle Suites per violoncello di Bach.
Il concerto è stato preceduto dalla conferenza tenuta da Nicoletta Confalone, che ha accompagnato gli ascoltatori in un viaggio nel tempo alla scoperta di alcune delle donne compositrici più importanti della storia. Partendo da Anna Magdalena Bach, passando per Clara Wieck, per giungere ai giorni nostri con Sofia Gubaidulina. Donne che per molto tempo hanno brillato solamente di luce e gloria riflessa al fianco di compositori uomini di grande notorietà, ma che avrebbero meritato un posto di rilievo nella storia della musica in quanto autrici e non solo come mogli e madri.
La cura e la sapiente attenzione di Nicoletta Confalone nella ricerca musicologica, unite alle sue doti di narratrice, si sono confermati, dopo la conferenza del giorno precedente su Joseph-Marie-Clément Dall’Abaco, e hanno reso l’incontro una passerella tra le più affascinanti personalità femminili della storia della musica.
Luca Giovannini ha poi dominato la sala con il suo violoncello: con un programma sublime, che esplora le più disparate possibilità tecniche e timbriche del violoncello, ha tenuto il pubblico in bilico tra sogno e realtà. I dieci preludi di Sofia Gubaidulina prevedono sonorità portate all’estremo e timbri i più variegati, in una sfida senza sosta con lo strumento, che Luca Giovannini ha giocato con grande professionalità e profondità di spirito. È arrivato quindi il momento di puntare la luce sulle donne, quintessenza del più intimo contatto con il mondo interiore a cui dà vita la musica.
La Stagione ha il patrocinio del Comune di Rovigo, della Fondazione per lo Sviluppo del Polesine in campo letterario, artistico e musicale e di Asolo Musica, ed è resa possibile dalle sponsorizzazioni di Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, di Fondazione Banca del Monte, di ASM-SET e del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, oltre che dalla sinergia con il Conservatorio F. Venezze, ente organizzatore delle master class per giovani violoncellisti, tenute dagli stessi protagonisti dei concerti, e con l’Accademia dei Concordi.