ROVIGO – Il gruppo operativo del progetto “Produrre canapa nella filiera alimentare e agroindustriale” ha organizzato un incontro al Crea di Rovigo, con visita alle prove sulle varietà di canapa. Massimo Montanari, ricercatore del Crea, ha illustrato quanto è stato realizzato dopo aver seguito le prove di campo, le indagini di caratterizzazione morfologica e quelle produttive che saranno oggetto di una prossima attività informativa. Presenti i referenti del gruppo operativo che vede come capofila l’Associazione polesana Coldiretti, Impresa Verde Rovigo, Treviso e Belluno, Università di Padova, Crea Rovigo e alcuni partecipanti del recente corso di formazione svolto nell’ambito della formazione prevista dal progetto stesso.
Dina Merlo, coordinatrice del progetto, ha ricordato le attività svolte in questi tre anni di lavoro grazie al coinvolgimento delle aziende partners coltivatrici della canapa in campo. In primis la Merlo ha esposto il confronto fra le varietà di canapa industriale a tenore di Thc inferiore allo 0,2%, come prevede la legge. Inoltre, ha illustrato le verifiche relative alla tecnica colturale, nelle condizioni di criticità legate agli andamenti climatici e alle problematiche della raccolta e prima trasformazione. In particolare, l’azienda agricola partner Boccato di Ceregnano, nella persona di Alberto, ha portato la propria esperienza dalle lavorazioni alla raccolta e il superamento delle problematiche di meccanizzazione che hanno permesso la trasformazione del seme, con l’opportunità di dare valore aggiunto all’azienda tramite trasformati fino alla loro vendita diretta dei prodotti finali.
La docente Bailoni dell’Università di Padova ha riportato alcuni riscontri derivanti dalle sperimentazioni zootecniche di utilizzo del panello di canapa, residuato dopo la estrazione dell’olio, nella alimentazione dei vitelli a carne bianca. Il materiale è stato integrato alla dieta dei vitelli e si caratterizza per l’elevato valore nutritivo in livello proteico, e per il residuo contenuto di lipidi, entrambi di alto valore biologico. Tali alimenti possono rappresentare una valida alternativa per sostituire e arricchire alimenti che oggi possono diventare difficilmente reperibili sul mercato a causa delle problematiche climatiche e degli effetti della guerra. La Bailoni ha inoltre testato le caratteristiche fisiche e l’ottima capacità di assorbimento del canapulo di canapa, ottenuto dal fusto opportunamente trattato con separazione della fibra.
Il gruppo operativo mantiene particolare attenzione alle esperienze in corso in diversi contesti produttivi (ad esempio Marche e Toscana) sulla possibilità di meccanizzazione della separazione della fibra dal canapulo, per ottenere ulteriori prodotti economicamente rilevanti e spendibili sul mercato. È stato evidenziato che i prodotti alimentari derivati della canapa (come olio e farina) presentano un elevato valore nutrizionale anche per l’alimentazione umana (presenza di un equilibrato rapporto omega 3/omega 6 nei grassi e di aminoacidi essenziali nelle proteine) costituendo dei veri e propri integratori alimentari, aspetti che dovrebbero essere oggetto di maggiore conoscenza e informazione generale. Inoltre, la canapa rappresenta una coltura sostenibile dal punto di vista ambientale, richiedendo poco concime, poca acqua ed essendo coltivata senza l’uso di erbicidi e realizzando durante il suo sviluppo vegetativo un elevato assorbimento di CO2, significativamente maggiore delle altre colture. In un quadro economico in rapido cambiamento, dettato dalle emergenze climatiche e geo politiche e di mercato, la canapa rappresenta una valida coltura alternativa, da inserire in rotazione ad integrazione alle attuali produzioni agrarie.
Il progetto prevede nei prossimi mesi gli appuntamenti conclusivi durante i quali saranno comunicati i risultati e tutte le informazioni utili al mondo imprenditoriale agricolo, oltre che agli stakeholders della trasformazione e ai cittadini interessati.