ROVIGO – Il caldo torrido e la siccità di questi ultimi mesi, hanno portato ad una carenza idrica generale. Anche il Comune di Rovigo ha adottato un’ordinanza per limitare l’uso di questa importante e primaria risorsa.
«Il protrarsi della carenza di precipitazioni associata a temperature elevate ben oltre la media – spiega l’assessore all’Ambiente Dina Merlo – ha determinato la necessità di adottare anche nel Comune di Rovigo un’ordinanza sindacale sulla limitazione dell’utilizzo dell’acqua potabile e sul risparmio idrico, con la funzione di contenere i consumi di acqua a salvaguardia dei fabbisogni essenziali».
I divieti contenuti nell’ordinanza riguardano i prelievi e consumi di acqua potabile derivata dall’acquedotto utilizzata per:
- lavaggio aree cortilive e piazzali
- lavaggio privato di veicoli a motore (con esclusione degli autolavaggi)
- prelievi per scopi voluttuari (fontane, piscine) qualora non dotati di riciclo dell’acqua
- irrigazione aree ortive dalle 10 alle 19.
È consentita l’irrigazione con funzione conservativa sui giardini, eseguita con volumi idrici limitati, con esclusione nelle ore più calde dalle 10 alle 19.
Sono consentiti usi dell’acqua potabile per impieghi domestici, zootecnici e industriali.
Data l’incidenza anche dei consumi quotidiani e individuali, l’ordinanza prevede che vengano fin da subito adottati alcuni comportamenti improntati al risparmio idrico. In particolare, in ambiente domestico è necessario: chiudere i rubinetti quando non serve, installare frangi-getto nei rubinetti per ridurre il flusso, usare lavatrice e lavastoviglie a pieno carico, preferire la doccia rispetto al bagno, annaffiare il giardino e le piante possibilmente con irrigazione a goccia sempre verso sera e limitare i volumi idrici.
Le recenti emergenze legate alla siccità hanno portato all’attenzione che l’acqua, in particolare la cosiddetta acqua “dolce”, rappresenta un bene primario e limitato che necessita di un uso responsabile evitando gli sprechi. L’acqua viene utilizzata per diversi impieghi, che richiedono livelli qualitativi diversi, in primis l’uso alimentare ed igienico, fabbisogni primari ed essenziali che richiedono acqua potabile di elevata qualità, per passare agli usi legati all’attività agricola e industriale che derivano le loro prese d’acqua anche da corsi d’acqua superficiali o falde sotterranee.
In una situazione come quella attuale di mancanza d’acqua sia per scarse precipitazioni che per assenza di riserve idriche dagli invasi montani, si realizza inoltre una competizione con l’uso energetico dell’acqua, che rappresenta ormai negli impianti idroelettrici una fonte rinnovabile non certo trascurabile. Il risultato è un generale stato di crisi che impone la necessità di utilizzare l’acqua in modo responsabile, limitandola agli impieghi essenziali. Non da ultimo è opportuno ricordare la necessità di una gestione dei corsi d’acqua, con il mantenimento del deflusso minimo vitale per consentire la sopravvivenza degli organismi acquatici e il mantenimento dell’ecosistema fluviale, a garanzia dello stato di salubrità dei corsi d’acqua stessi.
«È comunque opportuna – conclude Merlo – una presa di coscienza generale dello stato di crisi che deriva in generale da un drastico cambiamento climatico in atto, rispetto al quale occorre intervenire con azioni di mitigazione ambientale per invertire la tendenza, che richiedono tempi non immediati, ma occorre subito adottare interventi di adattamento con azioni di risparmio idrico, energetico, razionalizzazione dei sistemi irrigui, opere di accumulo idrico».