ROVIGO – Si sa che fa molto più rumore un solo albero che cade rispetto di un’intera foresta che cresce. È così nei boschi e lo è anche scuola, dove un singolo episodio triste può arrivare a catalizzare una tale attenzione mediatica rispetto a cui nulla varrebbero anni di buone pratiche, neanche a sommarli tutti.
Eppure, una foresta che cresce c’è. Ed è folta e forte. “La foresta che cresce” è il titolo di un progetto di ricerca e sperimentazione educativa ideato da un team di giovani ricercatori ed educatori che fa capo alla fattoria didattica Corte Carezzabella e all’Università di Padova e ad alcuni docenti del Viola-Marchesini. Il progetto, sostenuto dalla Regione del Veneto e di durata triennale, è nato con l’obiettivo di realizzare percorsi educativi capaci di collegare in modo significativo i contesti della scuola secondaria di secondo grado e quelli della fattoria didattica.
Utilizzando il linguaggio dell’ourdoor-education, “La foresta che cresce” mira a farsi strumento privilegiato nella soluzione di dinamiche complesse e conflittuali all’interno del gruppo classe, nei percorsi di autoconsapevolezza e interiorizzazione delle regole, nelle pratiche di inclusività, nella motivazione, senza trascurare l’acquisizione delle conoscenze e delle competenze disciplinari, che in questa prima fase di sperimentazione hanno riguardato la Lingua italiana.
Sette sono state le classi coinvolte del Viola-Marchesini, sia dell’indirizzo tecnico, sia professionale, per un totale di 140 ragazzi. Ogni gruppo con una specificità propria, un bisogno educativo diverso ed un obiettivo disciplinare pure diverso. Dell’attività svolta i ragazzi hanno lasciato traccia sui totem di legno installati, da qualche settimana, nell’atrio della scuola. Gli alti pannelli sostengono le immagini delle aule all’aperto, degli studenti intenti a scrivere tra i filari di viti, o impegnati a condividere in cerchio seduti su un prato la loro esperienza, o a cercare all’ombra di qualche pianta da frutto la definizione esatta della sensazione percepita, o in silenzio, in cammino lungo il sentiero della campagna a fare i conti con un sentire mai emerso prima.
Tra un’immagine e l’altra ci sono i loro testi descrittivi, quelli espressivi, i componimenti poetici. Sono il risultato dell’impegno di tutti, anche di quelli che in classe non si lasciano coinvolgere con facilità, ma che di buon grado hanno accolto di far parte de “La foresta che cresce”.
Saranno proprio alcuni di questi ragazzi a raccontare, insieme con i loro insegnanti e con i curatori del progetto, la loro esperienza a quanti vorranno partecipare all’incontro del 6 dicembre p.v. dalle ore 15.30 presso la sala riunioni del Seminario di Rovigo in via Pascoli 51. Un’occasione importante per mettere un altro tassello al progetto di scuola innovativa, inclusiva e umana cui da tempo in molti guardano con fiducia.