Crespino (RO) – Coldiretti Rovigo anticipa la 73esima edizione della Giornata provinciale del Ringraziamento con un evento tecnico a Crespino intitolato “Tecniche di evoluzione assistita, il futuro già presente” venerdì 17 novembre alle 17 nella sala polivalente di Crespino. Aprirà l’incontro il direttore di Coldiretti Rovigo Silvio Parizzi e porterà i saluti la sindaco di Crespino Angela Zambelli. Curerà la parte tecnica Gianni Barcaccia, professore ordinario di Genetica e genomica delle piante, dell’Università di Padova. Chiuderà l’incontro il presidente di Coldiretti Rovigo e Veneto, Carlo Salvan.
In inglese Nbt (New breeding techniques) o Ngt (New genomic techniques) sono le nuove biotecnologie sviluppate allo scopo di rendere le piante coltivate più resistenti ai parassiti e alla siccità. L’Italia è stata prima nazione europea a legiferare esplicitamente in materia. A fine maggio la Commissione Agricoltura della Camera aveva approvato all’unanimità l’emendamento che consentiva la sperimentazione sul campo delle Tecniche di evoluzione assistita. Il via libera è stato inserito nel testo di un emendamento al Decreto Legge Siccità; il primo firmatario del provvedimento è Luca De Carlo, presidente della Commissione Agricoltura della Camera. A luglio, poi, si è svolta la presentazione della proposta della Commissione europea per definire un quadro regolamentare le Tea. Ma nello specifico, cosa sono le Tea? Innanzitutto, sono tecniche di miglioramento genetico, ma sono radicalmente diverse dagli Ogm, perchè non implicano l’inserimento di Dna estraneo alla pianta e permettono di riprodurre in maniera precisa e mirata i risultati dei meccanismi alla base dell’evoluzione biologica naturale, per rispondere alla sfida dei cambiamenti climatici, della difesa della biodiversità e affrontare l’obiettivo della sovranità alimentare.
«La sperimentazione delle Tea finora si è svolta in laboratorio con straordinari risultati – commenta Carlo Salvan – e siamo ottimistiche la ricerca possa migliorare con il passaggio alla sperimentazione in campo dove gli agricoltori potranno essere protagonisti della ricerca. I risultati potranno essere usati per sfidare il cambiamento climatico e allo stesso tempo difendere la biodiversità e la distintività del Made In Italy garantendo sviluppo all’agroalimentare nazionale senza che questo sia solo appannaggio di poche multinazionali proprietarie dei brevetti. Bene che l’Italia sia stata l’apripista e che anche l’Europa abbia messo in agenda il tema, l’auspicio è che si arrivi ai passaggi legislativi tra Commissione e Parlamento affinchè sia approvata, ufficializzata e diffusa la sperimentazione».