Bosaro (RO) – La passione, a questo sentimento intenso è dedicato l’ultimo libro di Paolo Crepet, psichiatra, sociologo e scrittore noto anche al grande pubblico per la sua presenza in televisione come educatore e opinionista.
Giovedì 2 maggio Crepet è stato ospite al teatro comunale della rassegna “Polesine Incontri con l’autore”, organizzata dalla Provincia di Rovigo e dalla rete dei Comuni del Sistema Bibliotecario Provinciale, con il supporto di Fondazione Aida.
Dopo il saluto del sindaco Daniele Panella, Crepet ha parlato di “Passione” dialogando con la giornalista Chiara Paparella e rispondendo alle domande del numeroso pubblico presente, avviando un’intensa riflessione sul significato di passione, quel fuoco interiore necessario per tenere accesi i propri desideri e cercare di soddisfarli.
Per l’autore, uno dei compiti fondamentali di oggi è proprio quello di aiutare i giovani a scoprire e apprezzarne il significato, se si vuole davvero «sostenerli nella scoperta e costruzione di sé, alimentare la loro gioia, coltivare i loro entusiasmi, non anestetizzarli o assopirli».
Ed è quello che Crepet intende fare con il suo libro, componendo un inventario di storie e riflessioni, attinte dalla propria esperienza esistenziale e professionale, che ruotano attorno a questa parola sacra: “passione”, in tutte le sue accezioni e declinazioni.
E siccome gli esempi valgono più delle parole, il suo libro è impreziosito dalle testimonianze di tre campioni di passione: Paolo Fresu, straordinario jazzista acclamato in tutto il mondo; Alessandro Michele, che ha rivoluzionato il panorama internazionale della moda, e Renzo Piano, tra i più celebrati architetti contemporanei.
Lo scrittore si è poi rivolto soprattutto ai genitori, invitandoli a non essere al servizio dei propri figli, considerandoli dei piccoli Budda, ma a spronarli e lasciarli liberi di volare. Tuttavia per evitare che i ragazzi commettano errori ed eccessi è necessario imparare a dire più spesso no alle loro richieste.
A seguire, una riflessione sul mondo virtuale in cui sempre più spesso si rifugiano i giovani, pensando di viaggiare ma rimanendo invece fermi. Una delle insidie più pericolose e sottovalutate della nostra epoca, in cui le nuove tecnologie digitali funzionano come un rallentatore cognitivo ed emotivo che rende tutto apparentemente fattibile e fruibile senza sforzo, è il progressivo deperimento – se non addirittura l’estinguersi – della passione, quella sfida lanciata al mondo e a se stessi per continuare a migliorarsi, a sperare, a sognare. Ma poiché, senza passione, non c’è una vita vera né una visione del futuro, in primo luogo del proprio, l’unico modo per non arrendersi a questa perdita è invocarla, provocarla, inseguirla, raccontarla.
La serata, che si è conclusa molto felicemente, è stata davvero interessante, a tratti culturalmente impegnativa e per lunghi minuti anche divertente. Prima di congedarsi dal pubblico, l’autore si è concesso per il consueto firmacopie.