ROVIGO – L’iniziativa nazionale, organizzata dal Fondo Ambiente Italiano, compie otto anni e come ogni anno propone itinerari tematici e aperture speciali, in grado di avvicinare le persone all’arte, alla cultura, alla storia e alle tradizioni italiane.
Tema d’unione di sabato 12 e domenica 13 ottobre, saranno le testimonianze pittoriche di Giovanni e Vittorio Biasin con un percorso che toccherà Palazzo Gobbati, la Loggia dei Nodari con l’Ufficio del Sindaco, il Teatro Sociale e una mostra temporanea allestita presso l’Accademia dei Concordi delle opere a cavalletto di Giovanni Biasin.
Non solo arte, quest’anno, ma anche sport per la città in mischia, con l’apertura, limitata alla giornata di sabato 12, dello Stadio Mario Battaglini. I locali, normalmente non accessibili ai tifosi, potranno essere visitati grazie al supporto dello staff della Rugby Rovigo Delta, in alcuni casi anche con guide d’eccezione.
«Siamo felici di partecipare e sostenere questa bella iniziativa – ha dichiarato il sindaco Edoardo Gaffeo, durante la presentazione tenutasi giovedì 10 a palazzo Nodari – Ritengo che aprire uno spazio che deve essere la casa di tutti, sia importante. Questo è un bel progetto, unitario, culturale e di visitazione. Invito tutti a partecipare».
Prima tappa, del percorso, come ha spiegato Daniel Fusaro capo Delegazione FAI di Rovigo, sarà all’Accademia dei Concordi, dove, nella sala Arazzi, è stata allestita la mostra temporanea “Giovanni Biasin, gli scorci di Rovigo, i taccuini”. Sette dipinti a cavalletto, dagli archivi della pinacoteca, che ritraggono alcune zone di Rovigo e ci mostrano le differenze fra il pittore Giovanni Biasin e il figlio Vittorio. Alle ore 10.30 di sabato 12 ottobre si terrà una conferenza di presentazione della mostra dalla curatrice Alessia Vedova.
Seconda tappa, la loggia dei Nodari con l’ufficio del sindaco. Una delle poche occasioni di accedere a questa fantastica stanza, finemente dipinta da Giovanni Biasin e inaugurata il 22 ottobre 1887; nasce in origine come sala consiliare e successivamente è destinata a ufficio del sindaco della città rodigina. Essa è decorata da lesene, candelabre, meandre e motivi vegetali che vanno a delineare forme geometriche mescolandosi con i quattro stemmi di Rovigo, dall’epoca estense a quella sabauda, alternandosi con tondi contenenti volti di personaggi importanti per il Polesine. All’interno della stanza, arricchita da un pavimento in terrazzo alla veneziana, si nota un arredamento in stile e molti dipinti alle pareti fra cui “Manifestazioni notturne in piazza Maggiore per l’annessione del Polesine al Regno d’Italia” dipinto nel 1867 dallo stesso Biasin.
Terza tappa, palazzo Gobbati, eccezionalmente aperto al pubblico. Proprietà e residenza di Antonio Gobbati (1809-1884), tra i più facoltosi possidenti del Polesine. Egli aveva vasti appezzamenti di terreno nei comuni di Adria, Gavello, Polesella e cospicue proprietà immobiliari a Ceregnano, paese in cui fu sindaco di nomina regia dal 1866 fino alla morte. In qualità di presidente della Società del Teatro, Gobbati fu il finanziatore e il principale artefice dei restauri del massimo teatro di Rovigo nel 1858. Ereditò due fabbricati a Rovigo, in via Casalini, nel 1861; decise di restaurare il palazzo d’angolo e farne la propria dimora, nel 1863 affidando il progetto al giovane pittore e decoratore veneziano Giovanni Biasin: l’impianto decorativo prevedeva la decorazione ad affresco del salone del piano nobile. Biasin realizza alle pareti del salone le allegorie delle quattro stagioni: Zefiro e Flora, Cerere e Trittolemo, Bacco e Arianna, Il Ratto di Prosepina.
Quarta tappa, il Teatro Sociale. Venne eretto fra il 1817 ed il 1819 su progetto di Sante Baseggio, l’inaugurazione ufficiale si tenne il 26 aprile 1819 con la rappresentazione “Adelaide di Borgogna” creata appositamente da Pietro Generali, musicista italiano considerato all’epoca secondo solo a Rossini. Nella notte fra il 21 e 22 gennaio 1902 il teatro fu distrutto da un incendio, due anni dopo fu ricostruito su progetto dell’Ingegnere Daniele Donghi con l’utilizzo del cemento armato per la sala centrale e mantenendo la parte anteriore del precedente edificio che scampò all’incendio. Le pitture vennero eseguite da Giovanni Vianello e Giovanni Biasin che decorarono la sala principale con figure di maestri celebri e decori floreali, facendo annoverare il Teatro Sociale di Rovigo fra i primi teatri veneti a seguire lo stile liberty. Il nuovo Teatro Sociale fu inaugurato da Pietro Mascagni, che vi diresse la propria “Iris” il 12 ottobre 1904.
È in programma poi un percorso “sportivo”, dedicato alla città in mischia, con l’apertura, limitata alla giornata di sabato 12, dello stadio Mario Battaglini. Sarà organizzato un cammino, interno allo stadio, dedicato alla storia della FEMI-CZ Rugby Rovigo Delta, con la possibilità di accedere agli spogliatoi, vedere i trofei ed i cimeli storici del Rugby Rovigo, entrare nel terreno di gioco come fanno i nostri Bersaglieri e conoscere la storia dei colori e della squadra rossoblù con delle guide d’eccezione.
La presidente FAI Veneto, Ines Lanfranchi Thomas, ha sottolineato la grande collaborazione dei Gruppi FAI Giovani. «Sono tantissimi i giovani del FAI impegnati ad accompagnare gli italiani lungo i percorsi tematici espressamente ideati per l’occasione, alla scoperta di luoghi inediti e straordinari che caratterizzano il nostro panorama».
Presenti anche Ivan Dall’Ara, presidente della Provincia di Rovigo, Pier Luigi Bagatin, vice presidente dell’Accademia dei Concordi, Claudio Donati per la Rugby Rovigo Delta, Edoardo Zambon proprietario di palazzo Gobbati.
Trattandosi di giornata di raccolta fondi a carattere nazionale, agli ingressi dei siti sarà richiesto un contributo di € 3,00 per lo Stadio Battaglini e di € 5,00 per il percorso sui Biasin; sarà inoltre possibile iscriversi al FAI a quota agevolata presso i banchetti posizionati in prossimità delle aperture.