ROVIGO – Da un monitoraggio di Coldiretti è emerso che il caldo anomalo che stiamo vivendo ha anticipato i tempi della natura: tutto frutto del cambiamento climatico.
Questo inverno ha fatto registrare, fino a ora, nel Vecchio Continente, temperature di 3,1 gradi superiori la media di riferimento (1981 -2010). Abbiamo visto in tv immagini di mandorlo in fiore o fragole, ma, rimanendo concentrati sul locale, anche da noi ci sono i segni di un inverno troppo mite e di una simil primavera anticipata. Tutto questo ha confuso il ciclo di vita delle piante, tanto quanto quella degli insetti, delle erbe spontanee commestibili, ma anche delle chiocciole e pure dei pesci. Insomma, si parla orma di problemi sia a terra che a mare nel Polesine a causa di questi cambiamenti climatici ormai sotto gli occhi di tutti. Un clima pazzo che non aiuta certamente la programmazione colturale in campagna, ma espone le piante anche al rischio di gelate nel caso di brusco abbassamento delle temperature con conseguente perdita delle produzioni e del lavoro di un intero anno.
Il caldo anomalo – sottolinea Coldiretti – ha stravolto completamente i normali cicli colturali e di conseguenza anche le offerte stagionali presenti su scaffali e bancarelle in questo periodo dell’anno. Per non cadere nell’inganno del falso made in Italy è importante tuttavia verificare sempre l’origine nazionale in etichetta che – precisa la Coldiretti – è obbligatoria per la frutta e verdura e privilegiare gli acquisti direttamente dagli agricoltori nelle aziende o nei mercati di campagna Amica dove i prodotti sono anche più freschi e durano di più. L’andamento anomalo di questo inverno conferma dunque – continua Coldiretti – i cambiamenti climatici in atto che si manifestano con la più elevata frequenza di eventi estremi e sfasamenti stagionali che sconvolgono i normali cicli colturali ed impattano sul calendario di raccolta e sulle disponibilità dei prodotti che i consumatori mettono nel carrello della spesa. L’agricoltura – conclude la Coldiretti – è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con sfasamenti stagionali ed eventi estremi che hanno causato una perdita in Italia di oltre 14 miliardi di euro nel corso del decennio tra produzione agricola nazionale, strutture e infrastrutture rurali.