ROVIGO – Il decreto firmato dal Ministro Gualtieri il 24 febbraio ha disposto per i contribuenti, anche diversi dalle persone fisiche, compresi i sostituti d’imposta, che alla data del 21 febbraio 2020 avevano la residenza, la sede legale o operativa nel territorio dei Comuni della “zona rossa” la sospensione dei termini dei versamenti e degli adempimenti tributari, inclusi quelli derivanti da cartelle di pagamento emesse dagli agenti della riscossione, nonché dagli accertamenti esecutivi scadenti nel periodo compreso tra il 21 febbraio 2020 e il 31 marzo 2020. Vanno anche sospesi gli adempimenti e i versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali non solo per i datori di lavoro e per i titolari di reddito di lavoro autonomo o d’impresa che svolgono l’attività o risiedono nei Comuni in “quarantena”, ma anche per coloro che non svolgono attività in tali Comuni se però lì risiedono i professionisti intermediari che effettuano gli adempimenti in materia contributiva e assicurativa.
«Per la tenuta del tessuto socio-economico del territorio è necessario che il carico fiscale delle imprese, che è già alto durante le normale amministrazione, sia subito ridotto, dato il difficile e straordinario momento, anche per quelle aziende che non sono ubicate nei Comuni interessati dal Coronavirus – osserva Michele Ghirardini presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Rovigo – Le imprese venete non possono permettersi una crisi di liquidità, per scongiurare la quale è necessario intervenire subito, tutelandone la stabilità finanziaria, sia permettendo l’attivazione degli ammortizzatori sociali senza passare dalla procedura di consultazione sindacale prevista dal D.Lgs. 148/2015, sia, ripeto, alleggerendo il carico fiscale».
Secondo i commercialisti è necessario subito uno stop agli acconti fiscali Ires e Irap 2020 per evitare alle imprese con il bilancio del 2019 in utile, di versare acconti alti in quest’anno che è iniziato con una pesante crisi economica sul territorio. Fondamentale, inoltre, è disporre la rateizzazione pluriennale del versamento del saldo degli acconti fiscali. Inoltre, almeno nel settore del turismo, va sospeso il pagamento dell’Imu per tutto il 2020.
«Inoltre da aprile sono previsti i controlli sui conti correnti dei contribuenti, anche imprese, tramite l’algoritmo dell’Agenzia delle Entrate – conclude Ghirardini – e non è ancora noto con quale modalità si selezioneranno i conti correnti e come si svolgeranno i controlli. Quello che è sicuro, invece, è che le imprese del nostro territorio non potranno permettersi di far fronte anche a questi ulteriori controlli e adempimenti in questa difficile situazione».
Sul fronte del lavoro la Cigo (Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria) e il FIS (Fondo d’Integrazione Salariale) devono essere attivati per gli eventi di forza maggiore, non solo nei Comuni interessati dalle misure urgenti di contenimento del contagio, ma anche per i lavoratori delle aziende collocate all’esterno di tali Comuni se colpite da ordinanze di chiusura e limitazioni. L’attivazione degli ammortizzatori sociali dovrebbe essere prevista al di fuori dei Comuni interessati anche per quelle attività che, comportando aggregazioni in luogo pubblico o privato, anche di natura sportiva, svolte in luoghi chiusi o aperti al pubblico, sono state sospese e sempre per le aziende non ubicate nei Comuni interessati per i dipendenti che lì risiedono. Poiché il FIS interviene nei settori non coperti dalla normativa in materia di integrazione salariale per i datori di lavoro che occupano mediamente più di cinque dipendenti, i Commercialisti chiedono in via eccezionale, che per la causale COVID-19 l’assegno ordinario intervenga a prescindere dal limite dimensionale.
Infine andrebbero disposte misure straordinarie per i datori di lavoro per i quali la normativa prevede solo l’attivazione della CIGS e andrebbero previste forme di sostegno per le PMI ed i lavoratori autonomi anche tramite i Fondi Regionali.