ROVIGO – Un momento per ricordare chi non c’è più. Un momento per chiedere un futuro diverso. Nel pomeriggio di sabato 23 febbraio, a Rovigo è andato in scena l’orgoglio ucraino. Un centinaio di persone hanno infatti partecipato alla manifestazione organizzata dalla comunità ucraina residente in Polesine nel giorno del secondo anniversario dall’inizio della guerra su larga scala avviata dalla Russia di Vladimir Putin.
I manifestanti si sono ritrovati in piazza Matteotti alle 15, avvolti nelle bandiere gialle e blu ucraine o con cartelli e striscioni con scritte contro la Russia e Putin. I presenti hanno più volte intonato preghiere, l’inno ucraino e cori contro la Russia.
I due anni di invasione – hanno denunciato gli organizzatori – hanno portato a “quasi 10mila civili uccisi e 17.500 gravemente feriti” e “20mila bambini illegalmente separati dai genitori e deportati”, oltre che “danni per 62,6 miliardi di euro” e il “26% del territorio dell’Ucraina illegalmente e militarmente occupato”.
Nel corso dell’evento è stata sottolineata la necessità di una vittoria dell’Ucraina per arrivare a una pace giusta, che garantisca stabilità e sicurezza, fondata sul rispetto del diritto internazionale. La pace, quella giusta, sicura, duratura, si fonda sul rispetto del diritto internazionale, sulla sovranità e sull’integrità del paese invaso, mediante l’applicazione del principio di accountability, che prevede la giusta punizione per i responsabili dei crimini di guerra. E una vittoria militare decisiva può servire come deterrente contro future aggressioni o invasioni da parte di altri paesi imperialisti, hanno sottolineato a più voci dalla comunità ucraina. Costringere l’Ucraina al tavolo dei negoziati, in questo momento – è stato detto nel corso degli interventi – significherebbe solo posticipare una futura aggressione militare da parte della Russia, forse ancora più sanguinosa.
Non è mancato un momento di leggera tensione quando un rodigino, conosciuto in città, ha voluto sfidare provocatoriamente i manifestanti passando in bicicletta avvolto nella bandiera russa e inneggiando a Putin. Il pronto intervento delle forzedell’ordine, presenti sul posto, ha impedito che la situazione degenerasse. L’uomo è stato identificato e convinto a mettere via il vessillo rosso-blu-nero con l’aquila imperiale e ad allontanarsi dalla zona della manifestazione, che è comunque proseguita in modo ordinato e pacifico.
Al termine del sit-in, gli organizzatori hanno voluto ringraziare le autorità locali e le forze dell’ordine per la collaborazione ricevuta, spiegando come, con questa manifestazione, si è inteso anche sottolineare l’intenso legame in essere con la città di Rovigo e il Polesine, diventati seconda casa per molti ucraini della diaspora e un rifugio sicuro per numerosi profughi. Ribadito, inoltre, il desiderio comune di vita pacifica in una società̀ democratica.