ROVIGO – “Sguardi da un’altra Etiopia”, una mostra fotografica risultato di un’esperienza di viaggio e di vita di Cristina Sartorello. L’allestimento sarà ospitato in Gran Guardia dal 19 al 21 ottobre con apertura dalle 15 alle 19.30.
L’iniziativa rientra nel calendario dell’Ottobre Rodigino organizzato dall’assessorato alla Cultura del Comune di Rovigo.
«Mi sono recata in Etiopia – spiega Sartorello – nel novembre 2018, per una missione umanitaria a Goro dai padri indiani cattolici, per un confronto con i missionari e le realtà locali, portare del materiale scolastico ed elettronico, visitare numerosi villaggi, arrivando fino alla valle dell’Omo river. Ero accompagnata da un padre laico friulano che ha sposato una donna etiope e vive ad Addis Abeba con la sua famiglia. L’Etiopia è un mondo in cui tutto è da scoprire: si rimane affascinati dal magico dispiegarsi delle forme di rilievi di notevole altezza, dai laghi e dalle distese della savana, con le sue curiosità naturali, il contrasto dei colori, il misto tra arcaico, desueto, kitsch e moderno, il pittoresco delle usanze antiche sopravvissute in alcune zone, diventate purtroppo solo spettacolo per turisti paganti».
«Per quanto riguarda il progetto fotografico – è ancora la fotografa Sartorello a parlare – ho cercato di cogliere le diversità psicologiche e sociali in modo significativo, lavorando sull’attesa piuttosto che sulla costruzione della fotografia, anche se molti abitanti ti cercavano per essere modelli a pagamento, insistendo sulla ricerca tematica con uno stupore espressivo che trasvola la curiosità e l’apparire, nonostante la fugace staticità dello scatto dei soggetti fotografati, che diventano attori di sé stessi. Il colore dà una netta immagine di un volto o di un evento, lasciando il tempo di elaborare le emozioni che emergono, poiché non sono fotografie di impatto visivo, ma di una espressività artistica spesso pensata e velata da malinconia, che passano con sensibilità ed arricchiscono dentro».
«Questo Paese – conclude Sartorello – è un contesto scenico privilegiato, nonostante i contrasti di luce molto forti, accompagnato dalle ritualità caratteristiche di ogni villaggio, ormai terribilmente finte nella valle dell’Omo, mentre dà una giusta dimensione anche al gioco dei bambini, che nella loro esuberanza espressiva sanno condurre una giusta continuità ad una vita a volte davvero faticosa. Fissare e dare colore a questi tempi e spazi rende partecipi gli osservatori del progetto, che non è un altro da sé, ma diventa un luogo dove fermarsi, dare una forma ed un senso ai propri pensieri».
Cristina Sartorello nasce come fotografa per caso, avendo deciso di pubblicare sue fotografie, collegate agli articoli che scrive da anni per la rivista REM, della cui redazione fa parte, e per il giornale Remweb Appassionati di Cultura.
La necessità fotografica la spinge a partecipare a numerosi workshop, letture portfolio ed a confrontarsi con fotografi storici o curatori, quali Scianna, Dondero, Nino Migliori, Letizia Battaglia, Denis Curti, Berengo Gardin, Simona Guerra e altri fotografi professionisti e amatoriali di collettivi contemporanei, con una curiosità instancabile.
Predilige la fotografia concettuale e la street photography rigorosamente in bianco e nero, e il reportage di viaggio, però si sperimenta anche nel ritratto ambientato e nel paesaggio a colori.
Ha partecipato a concorsi nazionali, inoltre ha esposto in numerose mostre collettive e personali nel Veneto ed in Emilia Romagna, tra cui il circuito off di Bassano Fotografia e di Fotografia Europea a Reggio Emilia, a Polesine Fotografia e Rovolon Fotografia, ha esposto alla galleria Teca a Padova, a Rovigo e a Villanova del Ghebbo, a Piove di Sacco, a Reggio Emilia al punto Einaudi, con la mostra collettiva Enjoy, ad Adria ed infine il suo ultimo progetto di fotografia concettuale, un quaderno d’artista, è stato presentato nel gennaio 2020 a “Frequentazioni 2020”, alla Casa Caprari Maritain di Celeseo (Sant’Angelo di Piove di Sacco), privilegiando l’aspetto etico e simbolico, unito alla ricerca fotografica, per la delicatezza dell’argomento trattato.
Da alcuni anni scrive di fotografia sulla rivista on line Fotopadova.org e si definisce fotografa freelance, frequentando solo circuiti culturali legati alla fotografia.