Adria (RO) – Prosegue il monitoraggio dei colombi di città nel territorio urbano del Comune di Adria. Uno studio partito in seguito alle segnalazioni della cittadinanza circa i danni e disagi causati dalla presenza dei volatili in ambito urbano e le criticità legate a motivi sanitari nella convivenza uomo/animale e sulle conseguenze delle concentrazioni di guano sul patrimonio storico-artistico
Un piano di monitoraggio triennale inserito tra gli obiettivi strategici del Dup (Documento Unico di Programmazione) dell’amministrazione civica Barbierato che dopo il censimento invernale ha effettuato un’altra azione di monitoraggio a giugno.
Effettuato con il metodo del Distance Sempling, il censimento ha consentito un confronto con i risultati ottenuti dai conteggi invernali che mostrano una differenza sostanziale relativa alla dimensione e distribuzione della popolazione. Mentre d’inverno i piccioni si raggruppano in grandi cluster all’interno del centro urbano in cerca delle scarse risorse alimentari disponibili, durante la stagione calda invece, i colombi di città si disperdono nel territorio in cerca di siti di nidificazione idonei e di approvvigionamento alimentare negli ambiti agricoli limitrofi. A dimostrarlo i 483 individui registrati per chilometro quadrato a giugno, la metà rispetto alla campagna invernale che aveva prodotto una stima di densità pari a 992 piccioni per chilometro quadrato durante il primo censimento.
Un risultato che va ad aggiornare il piano comunale sul monitoraggio dei colombi, dal quale emerge ancora una volta la presenza oltre i limiti di soglia di piccioni nel centro storico. Un dato imputabile, secondo la ditta veneziana Laguna Project esecutrice del monitoraggio, alla presenza di numerosi posatoi disponibili presso le aree di alimentazione (tetti e cornicioni del centro) e che i siti di nidificazione per molti volatili sono i ponti e i casolari abbandonati.
«Sono importanti le buone pratiche che portano alla riduzione delle presenze dei piccioni – spiegano gli assessori all’ambiente e al decoro urbano, Matteo Stoppa e Andrea Micheletti – sia con l’incremento e il ripristino dei dispositivi di dissuasione nelle aree di nidificazione e sia per la diminuzione della disponibilità del cibo. Un fattore, quest’ultimo, che può essere ridotto intervenendo sulla gestione della raccolta dei rifiuti, sulle buone pratiche quotidiane adottate dai gestori di attività di ristorazione e i cittadini ad evitare di depositare cibo per i piccioni, come previsto dal nuovo regolamento comunale sul decoro urbano (pena una sanzione che varia dai 50 ai 150 euro). Buone pratiche in linea con i metodi ecologici riportati nel piano di controllo del colombo di città stilato dalla regione Veneto – evidenziano gli amministratori – Un Piano di contenimento che argomenta la sterilizzazione dei piccioni, come una misura accessoria e non prioritaria».