VERONA – Coldiretti Rovigo ha partecipato venerdì scorso alla manifestazione sotto la Prefettura di Verona con tutti i colleghi veneti per lanciare l’allarme sui ritardi nell’assegnazione delle risorse per le polizze agricole, fondamentali per proteggere le aziende da rischi climatici ed economici.
«Questi ritardi nei contributi pubblici e l’aumento dei costi assicurativi stanno mettendo a dura prova il sistema – spiega Carlo Salvan, presidente regionale e provinciale di Coldiretti – Contributi per oltre 80 milioni di euro sono ancora in sospeso, e il mancato avvio del Piano di Gestione del Rischio 2024 blocca l’iter per il 2025».
Il presidente Salvan durante la manifestazione ha spiegato che «non c’è solo aspetto del costo polizza che si fa fatica ad avere ritorno, ma a causa dell’aumento degli eventi catastrofali le polizze negli ultimi anni sono aumentate di costo e hanno applicato condizioni talmente difficili che fanno desistere gli agricoltori nel loro utilizzo perché sono di difficile applicazione nelle aziende».
Le richieste di Coldiretti sono: lo sblocco immediato dei pagamenti, per almeno il 70% del dovuto, per dare subito liquidità alle imprese agricole assicurate senza perdere ulteriore tempo. Necessari anche il pagamento di Agricat sulla base dei nuovi conteggi rivisti e l’apertura immediata delle domande 2024 e 2025. Ma è fondamentale anche coinvolgere le regioni per garantire ulteriori risorse economiche per la gestione del rischio. Una volta fatto fronte alle emergenze, occorrerà infine lavorare a una profonda riforma delle agevolazioni del sistema assicurativo per l’agricoltura.
Uno dei tanti agricoltori scesi in piazza a Verona è Paolo Goldin, di Pettorazza. La storia di Paolo in agricoltura inizia 40 anni fa ma ha aperto poi la sua partita iva nei primi anni Duemila. Paolo è uno di quelli che ha avuto parecchi danni da eventi climatici e questa è la sua storia e il perché ha deciso con Coldiretti di andare in piazza.
«Nel 2004 ho iniziato con la produzione di pomodoro da industria, una coltura che ama il calore e non troppo l’acqua – ha detto Goldin – Per tre anni consecutivi sono stato colpito da eccesso pioggia, ma il è arrivato nel 2024 culmine perché l’effetto freddo nell’inizio stagione e poi la pioggia continua ha fatto sì che io sia stato costretto a ritrapiantare ben 8 ettari. Non ho solo perso il costo iniziale di tutta la produzione persa a inizio della crescita, ma ho accusato anche il colpo dell’assicurazione che ogni anno oscilla di prezzo: si pensi che spendevo 450 euro all’inizio all’ettaro, ora sono arrivato a 1400 euro perché il pomodoro è classificato come coltura ad alto rischio quanto i frutteti. Non è l’unico punto dolente, anche se posso affermare che la cifra dell’assicurazione è diventata quella preponderante tra i costi, ci sono anche tante difficoltà a trovare compagnie per assicurare e infine, la stoccata che in caso di risarcimenti per eccesso di pioggia viene calcolato il 30% della franchigia e sono necessari diversi dati relativi alla calamità con gli ultimi eventi sono riferiti a microaree; pertanto, può piovere da me e sui campi del vicino zero: non può funzionare. Nel 2024 alla fine della campagna, non ho guadagnato nulla sul pomodoro e ci rimesso 1800 euro ettaro: nel 2025 non farò pomodoro, con tutta questa incertezza non parto, non posso spingermi nel fare questa coltura senza sapere e con un rischio di impresa che può arrivare a 7000 mila euro per ettaro. Siamo imprenditori, ma non vogliamo fare i kamikaze».