ROVIGO – Tutto esaurito in Sala Bisaglia al Censer, sabato sera, in occasione del musical “Ama Ora”, inserito nel calendario degli appuntamenti di Strenne di Natale e organizzato dell’ente fiere di Rovigo.
C’è un pubblico eterogeneo, attento, partecipe. Si lascia andare all’applauso con facilità, tiene il ritmo, batte le mani, se ne va commosso, entusiasta, emotivamente coinvolto. C’è anche il vescovo della Diocesi di Adria e Rovigo, don Pierantonio Pavanello. «Se oggi Gesù tornasse – ha detto ad inizio serata – userebbe forme e strumenti comunicativi diversi … e chissà, forse, sceglierebbe proprio la musica e il teatro».
Sul palco, nessun effetto speciale, qualche gioco di luce – non sempre perfetto – ad accompagnare la narrazione che prende forma attraverso 14 brani musicali. Sono tutti inediti, scritti da Fabio Destro, arrangiati da Paolo Rosa, interpretati con sapienza da Federico Rosa, Federico Ziscardi, Claudio Minenella, Daniele Pellegrini, Luca Zanato.
È il pop-rock a dettare il ritmo degli 80 minuti di spettacolo, capace, al Censer, di parlare dritto al cuore. Lo fa con le voci di Fabio Destro nel ruolo di padre misericordioso, di Filippo Guglielmo, nel ruolo del figliol prodigo, di Emanuele Gazzetta, figlio maggiore, di Stefania Seren la voce della coscienza buona e di Matteo Dall’Ara, voce della tentazione del male. Le coreografie, semplici ma efficaci, di Jessica Fecchio e Giorgia Aglio, danno movimento ed ulteriore enfasi alla storia.
Nessuno di loro si definisce professionista, ma quello che sabato sera hanno portato in scena, benché da affinare in alcuni passaggi, è tutt’altro che opera da dilettanti. Suono, canto, teatralità e danza, fanno del genere musical uno delle forme espressive più complesse da gestire. Ama Ora è riuscito ad unire arti diverse, a dare loro armonia, senza distogliere l’attenzione dal messaggio dello spettacolo, ispirato alla parabola del “Padre misericordioso” del Vangelo di Luca, ricondotto qui a un interrogativo: “Fidarsi o non fidarsi dell’Amore, fidarsi o non fidarsi dell’amore di Dio?”.
Ama Ora, che oltre ad essere il titolo dello spettacolo è anche il testo dell’ultima canzone, è un inno a scegliere sempre l’amore, a non rimandare il tempo del cambiamento, ma ad arrendersi alla sua potenza. È la forza che deriva dal perdono, quello che chiediamo, ma anche quello che siamo in grado di concedere. La forza che deriva da un atteggiamento non giudicante, ma aperto ad accogliere anche ciò che non si condivide, come la scelta di un figlio che rinnega tutto e se ne va. Perché: «L’amore è una mano sempre aperta che rispetta il volere di una mano chiusa». Si condivida o meno il credo religioso, è impossibile non rimanere coinvolti da ciò che accade sul palcoscenico di Ama Ora.
La regia dello spettacolo è di Micol Andreasi. Hanno collaborato anche Alessia Rossetto, Emilio Milani, Marino Bellini, Lisa Bettini.