ROVIGO – È possibile raggiungere l’obiettivo sulla produzione di energia da fonti rinnovabili senza utilizzare i terreni agricoli? La risposta di Coldiretti Veneto è assolutamente affermativa. Lo dimostrano i numeri che, più di altri, attestano come sia assolutamente necessario accelerare sul Progetto di Legge numero 41 in discussione in Consiglio regionale, bloccando il consumo del suolo agricolo e investendo invece sui tetti, sulle aree compromesse e sulle strutture dismesse, sulle cave in disuso, senza dimenticare l’importante superficie destinata ad attività produttiva e non utilizzate.
«Se si mettessero i pannelli fotovoltaici sul 20% dei tetti e delle aree di pertinenza degli 11mila capannoni non utilizzati e si coprisse il 20% dei circa 10 mila ettari di aree a destinazione urbanistica non agricola, si produrrebbe una quantità di energia da fonti rinnovabili superiore di 5 volte rispetto a quella che si fa oggi con gli impianti presenti su suolo agricolo. E allora – si chiede Coldiretti Veneto – perché continuare a sacrificare campi coltivati quando ci sono soluzioni alternative?».
«Tutto ciò senza contare il potenziale energetico che potrebbe svilupparsi con l’utilizzo delle cave dismesse – continua Coldiretti Veneto – che solo nel bacino del Piave ammontano a circa 500 ettari! Sarebbe interessante stimare anche quanta energia deriverebbe dalla copertura dei tetti degli edifici pubblici. È quindi indispensabile – conclude Coldiretti Veneto – procedere con l’approvazione del Pdl 41 che individua i siti inidonei ad ospitare impianti come quelli di Loreo o come quello che è stato presentato a Rovigo».