Occhiobello (RO) – Il TPO di Occhiobello e la Casa editrice il Torchio, due realtà che ormai da qualche anno portano avanti interessanti progetti in collaborazione, hanno conquistato l’attenzione del numeroso pubblico presente nello spazio dedicato alla regione Veneto nell’ambito della 76esima mostra del cinema di Venezia.
Nella suggestiva cornice dell’hotel Excelsior, sono stati presentati lavori innovativi, che possono considerarsi espressione di prospettive stimolanti, sia sul piano tecnico che su quello dei contenuti.
Il regista Ferdinando De Laurentis si è dimostrato abile nel saper orchestrare e valorizzare le risorse del proprio territorio, anzitutto creando un fertile terreno di dialogo fra le diverse realtà.
A questo proposito è intervenuto il sindaco di Occhiobello, Sondra Coizzi, accompagnando gli ascoltatori lungo un rapido e coinvolgente excursus dei lavori del regista, coadiuvato dagli allievi della sua scuola di teatro e cinema, una piccola realtà, capace tuttavia di mettere a frutto le proprie potenzialità anche con mezzi limitati, ponendosi come obiettivo il continuo miglioramento, quello che si ottiene con la professionalità di un impegno costante e la capacità di mettersi in gioco, dosando sapientemente competenze, ricerca e sperimentazione. «Siamo un piccolo comune ma vantiamo probabilmente l’unica scuola comunale di teatro, cinema e televisione e visti i risultati ne andiamo fieri» – ha detto il sindaco.
Sul solco di questo percorso, forse poco battuto ma accattivante, si colloca il progetto tv esposto dall’editore ed attore Marco Serri, “Dalla penna al set”, mirato a creare nuovi ponti fra il mondo della narrativa e quello non solo del cinema, ma anche del piccolo schermo, un mezzo di comunicazione più immediato e popolare se vogliamo, in grado di suggerire nuove modalità di interazione con lo spettatore.
Come giustamente osserva il produttore Sergio La Bella, potrebbe sembrare curioso presentare format televisivi nell’ambito di una mostra dedicata al cinema; rimane tuttavia il fatto che una valida trasmissione televisiva richiede un lavoro non meno impegnativo a livello di progettazione, testi e regia.
È questo il caso della fortunata serie “Parliamone”, presentata dall’attrice e conduttrice Greta Zarano, affascinante testimonial del programma dedicato in particolare ai giovani, in onda su Tva Vicenza ogni martedì alle 17.30.
Soprattutto nel corso dell’ultimo anno, i volti simbolo della trasmissione hanno saputo calarsi in modo più efficace nella realtà che intendono rappresentare e con la quale desiderano entrare in comunicazione, attraverso sperimentazioni alternative, ironiche e in grado di fare presa, come ad esempio indovinate caratterizzazioni.
Non poteva tuttavia mancare lo spazio dedicato al cinema vero e proprio.
La proiezione del cortometraggio Amnesia, patrocinata dalla Regione Veneto, da collocarsi nell’ambito di una serie di corti di diverso genere e sapore, perciò simpaticamente denominata Quattro stagioni, ha letteralmente avvinto e convinto.
Da premiare l’audacia di una modalità narrativa capace di giocare con fabula e intreccio, in un continuo altalenare fra ricordi che riaffiorano nel corso del lavoro psicoanalitico gettando nuove e inquietanti luci sul presente, prima di ricadere nel buio, lasciando naturalmente allo spettatore il brivido della graduale scoperta del reale che va delineandosi.
La capacità di spostarsi abilmente fra diverse linee temporali, ben rappresentate in Amnesia, sembra aver preparato il terreno al film successivo, di cui è stato proiettato il trailer, “Heartbeat, Il canto delle cicale”, a dicembre nei cinema.
Il lungometraggio, ricavato dal romanzo di Valentina Sgarbi “Domani sarà un’altra possibilità”, preannuncia già dal trailer una molteplicità di spunti di riflessione, dalla riscoperta dei sentimenti, all’elaborazione della perdita, alla capacità, per nulla scontata, di riscrivere il proprio destino, proprio a partire da elementi imprescindibili e indipendenti dalla nostra volontà.
Sono già iniziate le riprese del prossimo lavoro, “La vita che verrà” scritto da Sergio Gnudi, interamente ambientato nel Polesine occhiobellese, il contesto geografico, ma ancor più emozionale ed affettivo, in cui ha iniziato a muovere i suoi passi e continua a camminare il TPO, sulle orme del maestro De Laurentis.