ROVIGO – Altra importantissima riconferma in casa Cipriani Nuovo Basket Rovigo. Anche Marco Demartini, guardia/ala di 192 cm, classe 1996, ha accettato di vestire la maglia rossoblù a prescindere dalla categoria che si farà. A tal proposito, questione di pochi giorni e la Federazione Italiana Pallacanestro comunicherà al presidente Gionata Morello se Rovigo sarà ammesso in Serie D oppure se dovrà disputare anche per la prossima stagione il campionato regionale di Promozione, lo scorso anno concluso in Gara 3 di semifinale PlayOff.
Marco, hai un curriculum giovanile davvero molto importante. Perché la scelta di venire a giocare a Rovigo nonostante le possibilità di provare in categorie superiori?
«Dopo aver fatto 5 anni fuori provincia, tempo fa ho preso questa decisione di tornare a casa mia. Non rimpiango questa scelta. Sono molto felice di rappresentare la mia città: è un onore! È sempre stata una scelta di cuore».
Quali sono le tue personali aspettative per la prossima stagione?
«Sicuramente mi piacerebbe continuare a migliorare sotto la guida dei nostri allenatori e cercare di stare bene fisicamente, cosa che l’anno scorso mi è un pò mancata».
Parliamo velocemente dello scorso anno. Bilancio di squadra?
«L’anno scorso è stato soddisfacente per noi. Presidente, dirigenza, allenatore e giocatori, tutti nuovi: non era scontato e nemmeno facile creare nell’immediato qualcosa di importante, ma credo che ci siamo riusciti. Siamo arrivati davvero ad un soffio dalla finalissima Playoff e speriamo di migliorare questo risultato nella stagione che sta per iniziare».
…e personale?
«Per me l’anno passato è stato un anno un pochino tribolato: ho dovuto saltare diverse partite a causa di un’ernia alla schiena, anche se ora sembra tutto sistemato. Non è stato facile restare seduto a guardare i miei compagni giocare, anche se tutti mi hanno sempre aiutato e sostenuto».
Come ti sei trovato con il nuovo coach Ventura, riconfermato anche per il prossimo anno?
«Maurizio lo conosco da quando ero molto giovane. Credo che mi conosca bene come persona e poi come giocatore e questa cosa mi permette di avere un rapporto sempre sincero e diretto con lui. È un allenatore di un altro livello e per noi è un gran lusso».
…e con la nuova dirigenza?
«Sono eccezionali. Per noi giocatori ognuno di loro è un punto di riferimento importantissimo. Da quando hanno iniziato a lavorare per il Cipriani Rovigo, non c’è un giorno che non pensino a noi e a come rendere migliore la società: il fatto di inserire persone serie e preparate nell’organigramma è una ulteriore dimostrazione. Il nostro presidente vive nel mondo da basket da moltissimo: penso che le importanti esperienze vissute da lui ad alto livello lo stiano aiutando a creare un ambiente serio, compatto e, appunto, di livello superiore».
…e con i nuovi compagni di squadra?
«Quasi tutti i compagni che ho avuto a Rovigo fino ad oggi sono prima di tutto amici di lunga data, e quindi l’inserimento dei “nuovi” è stato un processo immediato».
Assieme ad altre Pantere, sei diventato la bandiera del basket maschile rodigino. Come ci si sente?
«Con l’anno che sta per iniziare per me sono 5 le stagioni nel Nuovo Basket Rovigo. Sono stati anni intensi, con momenti stupendi: la promozione al primo anno me la porterò sempre nel cuore. Ormai siamo rimasti solo in tre di quel gruppo, ma tutti i giocatori che sono arrivati successivamente sono stati tutti eccezionali ad incarnare lo spirito di questa squadra. Ci sono stati anche delusioni e momenti difficili dai quali siamo usciti tutti insieme, questa è stata sempre la forza di questa squadra. “Bandiere” penso lo siano persone come Nicola Sacchetto, Nicola Braggion, e diversi altri, che per Rovigo hanno fatto tanto e ad un livello importante. Noi lavoriamo e speriamo di raggiungere i loro livelli, che sarebbero tantissimo anche per la città».
Un tuo sogno nel cassetto dal punto di vista sportivo?
«Ne metterei due. Il primo sarebbe avere il palazzetto sempre con moltissime persone. Perciò colgo l’occasione per invitare tutti i nostri tifosi a sostenerci sempre. Il secondo è che, dopo aver giocato con mio cugino Diego e mio fratello Matteo, mi piacerebbe giocare con mio cugino Daniele per la nostra città. Io scherzosamente continuo a dirgli che ormai è vecchio per convincerlo, ma a parte gli scherzi spero che quando riterrà conclusa la sua bellissima carriera ci possa essere l’occasione. Sono cresciuto ammirandolo e andandolo a vedere nei Palazzetti di Serie A e A2 e per me condividere il campo con lui sarebbe, appunto, un sogno».