ROVIGO – Il secondo appuntamento della stagione concertistica 2020 dell’Associazione Musicale “Francesco Venezze”, a distanza, ha avuto quale interprete magistrale il pianista Roberto Prosseda.
Ospite dell’Associazione più volte in passato, si è esibito all’Auditorium “M. Tamburini” domenica 6 dicembre in modalità streaming. Il suo legame con Rovigo è diventato più stretto nel corso del 2020, considerato che dalla scorsa primavera è titolare di ruolo di una cattedra di pianoforte al Conservatorio rodigino.
«Ringraziare il Conservatorio ci riporta alla storia dell’Associazione Venezze che nacque nel 1922, sia come società concertistica ma anche come scuola di musica, di banda, e corale. La scuola di musica nel tempo si sviluppò così tanto che nel 1970 divenne Conservatorio Statale. Legittimamente si può affermare che l’Associazione è la mamma del conservatorio, una mamma che ha ben 98 anni», ha detto la vice presidente dell’Associazione Nicoletta Confalone.
«Un periodo difficile questo – ha proseguito la vice presidente – forse sarebbe bene guardare all’esempio dei grandi del passato per riuscire a trovare la forza di superarlo come fece a suo tempo L.v Beethoven. Egli sarebbe stato un genio anche se non fosse stato sordo e, sicuramente avrebbe avuto una vita più felice, ma il suo isolamento dal mondo lo costrinse a superare i limiti del linguaggio del suo tempo per creare qualcosa di più alto, talmente alto che i suoi contemporanei spesso, non lo capirono. E, fra i suoi testamenti più visionari c’è proprio la sonata opera 111 che oggi sarà proposta da Roberto Prosseda, interprete acuto, artista convinto che le parole possano avere un senso per aiutarci a carpire qualcosa dell’incanto della musica».
La voce delle parole ha lasciato il posto alla voce della musica che ha spaziato nelle opere dell’età giovanile di Mozart e dell’ultimo Beethoven con il seguente programma: Sonata K 282 e Sonata K 330 di W. A. Mozart e di L. van Beethoven, Sonata n. 32 op. 111.
Un inizio come un lieve soffio di vento che si è sparso nell’ampio spazio dell’Auditorium, senza spettatori, è stata una delle prime sei sonate per pianoforte del diciannovenne Mozart, la K 282, dalla natura atipica. Basti pensare che, pur aprendosi con un movimento in forma-sonata, lo svolge in un inusuale Adagio, invece che nel tradizionale Allegro.
È seguita la Sonata K 330, paradigmatica del genio mozartiano, magistrale nel passare dalla luce al buio e viceversa, senza mai perdere quella nobile compostezza a cui noi diamo il nome di classicità.
Da Mozart alla trentaduesima ed ultima delle Sonate per pianoforte, l’op.111, una delle composizioni più famose del “tardo periodo” di Beethoven, tecnicamente molto impegnativa, definita “Un’opera di ineguagliabile espressione e trascendenza … il trionfo dell’ordine sul caos, dell’ottimismo sull’angoscia”.
Una potenza espressiva unica ha chiuso il sublime programma musicale.
Il concerto con il patrocinio del Comune di Rovigo, della Fondazione per lo Sviluppo del Polesine in campo letterario, artistico e musicale e di Asolo Musica, è stato reso possibile grazie alle sponsorizzazioni delle Fondazioni: Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e Banca del Monte e del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, oltre che dalla disponibilità dell’Accademia dei Concordi.
Un altro concerto che seppure non in presenza, gli ascoltatori hanno sicuramente apprezzato e ne custodiranno il prezioso ricordo.