Bergantino (RO) – Per tutti la prima consapevolezza del valore del denaro si è sviluppata da bambini, a scuola, quando si insegnava, tra le righe, il valore del risparmio ed è continuata a casa, prima con il salvadanaio a forma di porcellino e, più tardi, con la prima “paghetta”.
Nella convinzione che il risparmio si impara da piccoli, su iniziativa delle insegnanti Monica Pellicciari ed Anna Roveroni, si è svolto nei giorni scorsi un interessante incontro presso la Scuola primaria “A. Manzoni” di Bergantino che ha avuto per protagonisti gli alunni delle classi quarta e quinta. Obiettivo dell’iniziativa, realizzata con la collaborazione di RovigoBanca, sviluppare le prime conoscenze in tema di gestione responsabile del denaro.
I ragazzi, attraverso gli interventi di Bruno Candita, responsabile del progetto “RovigoBanca incontra la Scuola”, e di Stefano Ferri, direttore della locale filiale dell’istituto di credito cooperativo, hanno vissuto una mattinata all’insegna del risparmio, per capirne i valori e le motivazioni di fondo.
Stefano Ferri, nel suo breve saluto, ha espresso alcune considerazioni di particolare significato sul concetto di risparmio e sul ruolo che una Bcc deve necessariamente avere, nel diffondere tra i giovani questo importante valore. A seguire, Bruno Candita ha svolto una lezione strutturata con ampio utilizzo di presentazioni video, animazioni e giochi interattivi che hanno permesso di stimolare un approfondito ragionamento sul “valore” dei soldi e sulla necessità di imparare a gestirli in modo attento, per se stessi e per la comunità, in un’ottica di cittadinanza consapevole.
Questo modo, informale e coinvolgente, di spiegare elementi basilari di economia è risultato particolarmente apprezzato dalla giovane platea che, attraverso gli innumerevoli riferimenti al mondo delle fiabe, dei fumetti e dei cartoni, ha potuto riflettere e confrontarsi sulla necessità di adottare comportamenti consapevoli, scegliendo stili di vita e di consumo più responsabili e rispondenti alle esigenze della convivenza civile in una società sempre più complessa.
Nel corso dell’incontro i giovani studenti hanno dimostrato entusiasmo e partecipazione. Dai molteplici interventi è emerso che la maggior parte di loro era già a conoscenza di qual è l’attività principale di una banca, ovvero la raccolta e la custodia dei risparmi che sono poi prestati a chi ne ha bisogno, famiglie o aziende. «Tuttavia, queste conoscenze da sole non bastano. – ha concluso Candita – Sebbene l’educazione economica non faccia parte dei programmi scolastici, affrontare questi temi è diventata oramai una necessità culturale di estrema importanza. La scuola e le banche devono collaborare per permettere alle giovani generazioni di comprendere maggiormente i meccanismi dell’economia e della finanza. Partendo da insegnamenti basilari adeguati ai bambini della scuola primaria, occorre spiegare ai ragazzi le giuste modalità per rapportarsi con gli istituti di credito, far conoscere le caratteristiche dei principali prodotti sul mercato, insegnare come investire in modo corretto e sicuro».