ROVIGO – A proposito del parere positivo della commissione Via della Regione Veneto all’impianto fotovoltaico a terra di Loreo, proposto dalla Marco Polo Solar 2 su una superficie di oltre 63 ha., il presidente di Palazzo Celio Ivan Dall’Ara manifesta la sua contrarietà a queste installazioni e si impegna a presentare un ordine del giorno in tal senso nel prossimo Consiglio Provinciale chiedendo alla Regione di accelerare il più possibile il percorso legislativo per bloccare questi impianti, favorire una vera green economy rispettosa della nostra economia agricola, in quanto ci sono intere aree dismesse, con architetture incompiute, aree produttive ma mai sviluppate, un’immensità di tetti da usare.
«Ancora una volta viene chiesto alla nostra provincia di ospitare impianti e parchi fotovoltaici – afferma il presidente Dall’Ara – in meno di un anno, abbiamo visto depositare almeno 5 progetti per questa energia rinnovabile, dai progetti più dichiaratamente innovativi, come quelli agro fotovoltaici, a quelli tradizionali per cui abbiamo già visto nascere intere distese nel passato recente.
Sul nostro Polesine insistono già diverse ferite di questo genere, inflitte in tempi non troppo lontani; la cosa che preoccupa è che di tutte queste richieste di suolo polesano si sa poco o nulla, peggio ancora i cittadini non sono informati. Per la crescita del settore delle energie rinnovabili ci sono alternative valide al fotovoltaico a terra, come appunto gli impianti sui tetti delle strutture agricole senza dimenticare le aree industriali e commerciali».
«Ricordo che la nostra provincia – prosegue ancora Ivan Dall’Ara – ha una lunga tradizione agricola che ci ha portati ad avere e pubblicizzare decine di prodotti locali di qualità. La nostra provincia, inoltre, ha stretto un patto con l’ambiente lottando per portare il Parco del Delta del Po nel Mab Unesco. A fronte di queste caratteristiche peculiari del nostro territorio e di questi obiettivi, esprimo il mio personale giudizio negativo sul progetto di Loreo e visto quello che sta succedendo verificherò quando sta succedendo anche negli altri comuni».
«Dietro questi progetti a volte ci sono nomi e speculazioni che sulla carta non sono visibili, ma sono la dietro a manovrare su questo scempio – conclude – negli anni abbiamo sentito parlare tante volte di una legge che fermi il consumo del suolo, ma né a livello regionale né a livello nazionale si è ancora arrivati a questo. Non è solo una questione di consumo di suolo, ma anche di protezione della nostra terra: dietro questi progetti spesso si nascondono speculazioni finanziarie, che portano a una concorrenza sleale sulla rendita dei terreni, ma la cosa a cui dobbiamo stare attenti è quello che potrebbe arrivare tra un paio di decenni: finita la funzione dei pannelli, siamo sicuri che qualcuno si occuperà del loro recupero? E se il progetto venisse abbandonato, chi si occuperà della bonifica? Sul piatto ci sono numerosi problemi oltre ai benefici decantati da questi proponenti. Nel frattempo la devastazione del territorio avrà preso piede, perché in tempi della politica e delle amministrazioni non coincidono con quelli dell’economia».