ROVIGO – ‘Variabile ensemble’ è il titolo del terzo concerto proposto dall’Associazione Musicale “F. Venezze” proposto come i precedenti in modalità diretta streaming, sul canale YouTube gestito dagli allievi del Dipartimento di Musica applicata del Conservatorio rodigino.
All’Auditorium Tamburini, sabato 12 dicembre alle ore 17,00 si sono esibiti, il noto cornista Giovanni D’Aprile, Claudia Lapolla al violino e Giampaolo Stuani al pianoforte. Il primo ha lavorato nelle più importanti orchestre italiane sotto la guida dei maggiori direttori del nostro tempo, ed è attivo anche nel campo della musica da camera, oltre ad essere docente di Corno presso il Conservatorio “Lorenzo Perosi” di Campobasso.
Insieme a lui, due nomi ben noti al pubblico della nostra città: Claudia Lapolla, pugliese di nascita e rodigina d’adozione, violinista e insegnante, capace anche di mettere in scena la sua vocazione didattica grazie al progetto “Musica a fumetti” di cui è ideatrice, portando nei teatri e nelle scuole un’originale proposta di commistione fra arti diverse. Anche il pianista mantovano Giampaolo Stuani dalla carriera internazionale è stato più volte ospite dell’Associazione, è docente di pianoforte principale al Conservatorio “Luca Marenzio” di Brescia.
Il programma che è stato proposto, il seguente: Sonata per pianoforte Opera 10 n. 3 Presto Largo e mesto Minuetto (Allegro) Rondò (Allegro) di Ludwig van Beethoven (1770-1827); Trio Opera. 40 per violino, corno e pianoforte, Andante Scherzo (Allegro) Adagio mesto Finale (Allegro con brio) di Johannes Brahms (1833-1897).
Di grande suggestione la musica di questo terzo concerto, grazie a un impasto timbrico inconsueto, conferito dal corno che Brahms sceglie per il suo Trio op. 40 al posto del solito violoncello, per esaltare quel colore brunito e malinconico che pervade tutta l’opera. Nata, come l’autore stesso confida in una lettera ad un amico, dall’emozione di un raggio di sole che accende le foglie, durante una passeggiata boschiva nella Foresta Nera, e purtroppo conclusa nei giorni del grande e inatteso dolore della morte di sua madre. E proprio una nota di straziante mestizia collega idealmente questo Trio brahmsiano all’altro capolavoro in programma, la beethoveniana Sonata op. 10 n. 3. Settima, nel formidabile percorso delle trentadue Sonate, questa è un’ampia sonata in quattro movimenti nella regale tonalità di re maggiore, in cui Beethoven dimostra, senza apparente sforzo, tutte le sue ineguagliabili doti di costruttore di architetture musicali estremamente complesse partendo da elementi di assoluta semplicità. Ricordando le parole di Hyden riguardo a Beethoven, “Tu mi sembri, tante teste, tante anime, tanti cuori diversi in una persona sola”.
Dopo di questo si cambia da Re maggiore in Re minore, per arrivare ad un largo e mesto che Beethoven voleva fosse percepito dagli ascoltatori come la quintessenza della Malinconia, secondo la testimonianza dell’amico Schindler.
Questo sarà il fil rouge che lo collega con il trio di Brahms della seconda parte del concerto reso possibile grazie al contributo delle Fondazioni: Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e Banca del Monte e del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, oltre che dalla disponibilità dell’Accademia dei Concordi.
L’interprete musicale, Claudia Lapolla durante il concerto ha detto: «Condivido quanto espresso da Prosseda la volta scorsa, strano suonare e avere una sala vuota ma avere la consapevolezza che al di lá delle telecamere c’è un pubblico, noi abbiamo vissuto l’emozione del concerto dal vivo perché abbiamo sentito la presenza del pubblico. Stiamo vivendo tutti un momento particolare però ringrazio coloro che si prodigano ad organizzare manifestazioni di questo tipo che consentono di far arrivare nelle case delle persone, un po’di calore, un po’di vita, grazie alla musica che continua a dare emozioni». Un altro appuntamento con la grande musica di Beethoven e Brahms, interpretata magistralmente da Giovanni D’Aprile, Claudia Lapolla e Giampaolo Stuani.