ROVIGO – La penultima serata della 37^ Edizione del Festival DeltaBlues Rovigo, ha visto la dedica a Marino Grandi, milanese doc, figlio di un partigiano arrestato e torturato perché voleva la libertà. Grande appassionato della musica degli afroamericani che nelle loro canzoni pregavano Dio invocando libertà e giustizia. Nel 1982 questo suo interesse lo portò a creare il Blues, la prima rivista italiana che parla dei canti delle comunità di schiavi afroamericani nelle piantagioni del Sud degli Stati Uniti. La rivista negli anni è diventata il punto di riferimento per tutti gli amanti di questa musica, non solo a livello nazionale. Il figlio Davide continua la sua opera.
Sul palco di piazza Annonaria, davanti ad un numeroso pubblico, si sono dapprima esibiti The Sacromud Pugno Collective, band marchigiana che lo scorso anno ha vinto l’Ibc collegato al DeltaBlues, rappresentando a gennaio, l’Italia negli Stati Uniti, in occasione delle finali della più importante manifestazione mondiale, dedicata al blues.
La vera attesa era però per Bobby Rush e la sua band, autori di un concerto indimenticabile, che ha coinvolto i presenti per oltre un’ora e mezza. Non sono mancati i riferimenti a B.B. King (tra gli ospiti più illustri che il DeltaBlues abbia mai avuto), James Brown e Sammy Davis Junor. Un Bobby Rush, che ha 91 anni suonati, anche se non li dimostra affatto, che ha fatto capire con la sua voce e la sua armonica, il perché venga giustamente considerato come una delle leggende del blues e del R&B, avendo vinto nella sua lunghissima carriera, 2 Grammy Award e 14 Blues Music Awards, oltre ad essere stato inserito nel 2006, nella Hall of Fame della musica.
In oltre 70 anni di carriera artistica ha collaborato con nomi altisonanti della musica blues e soul, avendo all’attivo più di 400 registrazioni, 75 pubblicazioni e 27 album in studio. Il suo stile, “folk-funk” da lui inventato e che ha fatto scuola, è stato apprezzato da tutto il pubblico, con il quale l’’artista ha amabilmente scherzato, grazie ad al suo modo di fare molto genuino e spontaneo. I suoi pezzi hanno fatto ballare più di qualcuno, grazie ad un mx tra soul, blues rurale, pop “nero”, rock e disco. Oltre alla voce e all’armonica è stato molto apprezzato anche il suo modo di suonare la chitarra elettrica.