MILANO – Con la Legge di Bilancio 2019 i vantaggi per i datori di lavoro si moltiplicano: il governo ha infatti introdotto un importante sgravio fiscale per tutte quelle imprese le quali, durante questo nuovo anno, decideranno di assumere dei laureati eccellenti, nonché dei candidati in possesso di un dottorato di ricerca.
L’incentivo, nel concreto, consiste nello sgravio totale per i primi 12 mesi dei contributi previdenziali altrimenti a carico dell’azienda, fino a un massimo di 8 mila euro per ogni assunzione effettuata, esclusi i premi e i contributi dovuti all’Inail.
Il bonus occupazionale non si applica però alle assunzioni di qualsiasi laureato. In primo luogo, guardando al datore di lavoro, l’incentivo è pensato per i soli privati, e non per le pubbliche amministrazioni. Per poter godere del bonus poi il contratto di assunzione deve essere a tempo indeterminato, e vengono accettate anche le trasformazioni da tempo determinato a indeterminato.
Guardando invece ai lavoratori assunti per la maturazione del bonus fiscale i candidati devono essere in possesso di una laurea magistrale conseguita tra il 1° gennaio 2018 e il 30 giugno 2019, e in ogni caso prima del compimento del trentesimo anno di età, con una votazione finale di 110 e lode e con una media ponderata uguale o superiore a 108. Anche per quanto riguarda i dottorati di ricerca il titolo deve essere conseguito tra il 1° gennaio 2018 e il 30 giugno 2019, prima del compimento del trentaquattresimo anno di età.
Per evitare possibili abusi, l’inventivo non è previsto per tutti quei datori di lavoro che, nei 12 mesi precedenti l’assunzione del nuovo candidato, abbiano licenziato dei lavoratori (per motivo oggettivo o per licenziamenti collettivi) nelle medesime unità produttive in cui andrebbe inserita la nuova risorsa.
La palla, dunque, passa alle imprese: saranno in grado di trarre un beneficio concreto da questa decontribuzione?
«Di certo assumere dei neolaureati eccellenti può assicurare nuova linfa a qualsiasi tipo di azienda, ma non va dimenticato che il tessuto nazionale è dominato da micro e piccole imprese, le quali, per i più diversi motivi, non sempre riescono a cogliere e in caso a sfruttare i vantaggi offerti dai neolaureati, per quanto eccellenti» commenta Carola Adami, head hunter di Milano e fondatrice dell’agenzia di selezione del personale Adami & Associati (www.adamiassociati.com).
E non è tutto qui: «Come ben sa chi si occupa di anni di ricerca e di selezione del personale, non sempre il migliore tra i candidati è quello con un voto di laurea superiore. Vanno valutate con attenzione hard skills e soft skills, attitudini, obiettivi e profili psicologici, e tutto quanto vai poi rapportato all’ambiente lavorativo» continua Adami.
Ma nello specifico quali sono le motivazioni che spingono le aziende ad assumere dei neolaureati?
«In linea generale gli imprenditori e i manager vedono nei neolaureati una particolare velocità di apprendimento, nonché una notevole apertura al cambiamento» spiega ancora Carola Adami, aggiungendo che «a questi due aspetti vanno sommate le numerose nozioni fresche e aggiornate che i laureati più brillanti possono portare in azienda, nonché la loro peculiare dimestichezza di fronte alle tecnologie digitali».
Ecco dunque quali sono le caratteristiche che rendono particolarmente intriganti i candidati per le aziende: i giovani freschi di laurea sono avvisati.