ROVIGO – Rispetto a tutte le altre province venete, Rovigo è l’unica che può vantare uno score positivo. Nel 2020, infatti, l’export è cresciuto di 490 milioni di euro (+29,5 per cento). Se nel 2019 le vendite all’estero delle merci e dei servizi prodotti nella provincia rodigina ammontavano a 1,6 miliardi di euro, l’anno scorso la soglia è salita a 2,1 miliardi.
I dati, ancorché provvisori, sono stati elaborati dall’Ufficio studi della CGIA di Mestre e condivisi con Confartigianato Polesine.
Da sempre, la provincia di Rovigo non ha mai avuto una grande vocazione all’export. Tuttavia, nell’anno più nero dell’economia degli ultimi 75 anni, il settore produttivo ha dato una dimostrazione di grande reattività, anche se va segnalato che l’exploit è stato ottenuto, in particolar modo, grazie al settore farmaceutico che nell’area del Delta presenta alcune grosse multinazionali.
Sebbene nel 2020 la variazione provinciale è stata preceduta dal segno più, i principali settori tradizionalmente vocati all’export hanno comunque subito forti contrazioni: i prodotti chimici (-11,8 per cento), i macchinari (-11,5 per cento), l’alimentare (-8,8 per cento), la gomma e la plastica (-6 per cento).
Straordinaria, come dicevamo più sopra, la performance dei prodotti farmaceutici che hanno visto aumentare le esportazioni del 178,8 per cento. In termini assoluti il valore delle vendite all’estero di questo settore ha toccato gli 850,5 milioni di euro; un importo che sfiora il 40 per cento del valore complessivo di tutte le esportazioni realizzate l’anno scorso.
Altrettanto significativo è stato l’andamento dei prodotti agricoli (pesce, crostacei, molluschi, ortaggi, zucchero, etc.) che sono aumentati del 14,9 per cento e l’occhialeria/strumenti medicali che ha segnato un significativo +110 per cento.
«Sulla scorta della puntuale analisi fatta dalla CGIA di Mestre – commenta Marco Campion Presidente di Confartigianato Polesine – nel 2020 lo sbocco principale dell’export Polesano è diventato quello statunitense che è cresciuto del 236 per cento. Bene anche la spinta del mercato tedesco che, nonostante l’incremento del 5,4 per cento, è sceso al secondo posto. Seppur in calo del 4,2 per cento, il mercato francese rimane al terzo posto per destinazione delle vendite. In forte ascesa, infine, quello brasiliano che l’anno scorso è salito al quarto posto con un incremento rispetto al 2019 dell’84,1 per cento».
«Grazie a questi risultati – conclude il Presidente Campion – si è rafforzata notevolmente la componente di vendita nei paesi extra UE; la provincia di Rovigo è diventata la prima del Veneto in termini relativi. Il 54 per cento dell’export Polesano, infatti, ha come destinazione finale paesi non europei».