ROVIGO – «Dove eravamo rimasti?». Questa la celebre domanda che ebbe a formulare un grande maestro del giornalismo italiano alla ripresa di un suo noto e fortunato programma dopo le vicende che lo videro, incolpevole, essere vittima di un errore giudiziario, trasformatosi in un caso mediatico.
E anche noi recuperiamo la famosa domanda riprendendo un argomento che attraversò tutta la scorsa estate, seguito dagli appassionati di calcio (e non solo) polesani: le vicende legate alla società che dovrebbe rappresentare la città di Rovigo e che attualmente occupa lo stadio intitolato a Francesco Gabrielli.
La scorsa estate, al termine di un’annata che vide la prima squadra sfiorare il passaggio alla categoria superiore (Promozione) e il settore giovanile vincere il campionato provinciale e conseguire l’accesso al campionato regionale per la categoria Giovanissimi, dalla società fuoriuscirono i soci che fino ad allora avevano gestito il settore giovanile che contava, in quel momento, circa 200 tesserati, avendo gli stessi votato contro l’approvazione del bilancio.
Da allora sembrava che nuovi soci, con nuove risorse economiche, si sarebbero affiancati al patron Calabria per portare nuovi investimenti con l’obiettivo di costruire nuovamente una squadra competitiva per riprovare a vincere il campionato di Prima categoria.
Roberto Benasciutti, imprenditore emiliano da tempo inserito e conosciuto nel mondo calcistico, si affacciò alla nostra città dichiarando interesse ed ampia disponibilità a sostenere con risorse economiche ed esperienza il Rovigo Calcio, nel frattempo rimasto con un unico socio/proprietario, cioè Giuseppe Calabria.
Grande tessitore dell’operazione l’ex assessore allo Sport Andrea Bimbatti.
Lo scorso inverno, quindi, venne data notizia dell’ingresso in società di Benasciutti che avrebbe acquisito il 60% delle quote, diventando Amministratore Delegato e lasciando a Calabria la Presidenza.
Sempre dalla stampa, si apprese che il nuovo CdA comprendeva anche due vicepresidenti, uno riferimento di Calabria nella persona della commercialista rodigina Nale ed uno riferimento di Benasciutti nella persona dell’avvocato ferrarese Vissoli, oltre a un Presidente del Settore Giovanile, rimasto appunto “orfano” dopo la rinuncia di Cittante e Garbellini.
Ebbene, ora sembrerebbe che il “Presidente “del settore Giovanile, Luca Reale, in realtà non sarebbe tale in quanto non farebbe nemmeno parte dei soci,il suo potrebbe essere definito un titolo puramente “onorifico”, attribuitogli esclusivamente per il suo coinvolgimento nel settore giovanile, per lui esperienza del tutto nuova, in quanto sono noti invece i suoi successi passati come patron del Rovigo over 35 a livello nazionale.
Altro protagonista di questo presunto giallo sportivo rodigino è Benasciutti, che dovrebbe essere l’amministratore delegato di diritto e possedere la maggioranza delle quote: anche questo sembrerebbe non corrispondere alla effettiva realtà dei fatti, nonostante le sue recenti dichiarazioni. Infatti, è lo stesso Calabria ad aver affermato in questi giorni sulla stampa di essere ancora l’unico socio del Rovigo Calcio e a conferma di ciò, avrebbe commentato che “il passaggio sarà molto agevole” se Benasciutti “costruirà un gruppo solido”.
Delle due l’una: o Benasciutti ha acquisito addirittura il 100% delle quote ed è effettivamente Amministratore delegato del calcio Rovigo oppure Calabria è ancora l’unico socio e Maurizio Formenton è ancora ‘Amministratore Unico’ del Rovigo Calcio, così come era appunto 8 mesi fa.
Come stanno in realtà le cose? Dalle dichiarazioni discordanti apparse sui giornali, le posizioni sembrano, a distanza di quasi un anno, difficilmente conciliabili e molto probabilmente rivelano che il nuovo assetto ufficializzato a dicembre è stato attuato solo nelle intenzioni.
Riuscirà il Team Manager Bimbatti, che molto si era adoperato portando nel 2018 la categoria da Boara Pisani a Rovigo, nell’impresa di avvicinare queste due anime?
Una cosa è certa: il Gabrielli e i tifosi rodigini non hanno bisogno di un’altra estate come quella del 2019 ed anche il Comune, con l’Assessore Alberghini, è auspicabile agisca per fare chiarezza e per dare una prospettiva al tempio del calcio rodigino.