ROVIGO – Con il comunicato ufficiale da parte della FIP di qualche settimana fa, si è concluso definitivamente il campionato di serie B femminile e con esso, con grande probabilità, anche la stagione della Solmec Rhodigium Basket. Termina così la regular season delle ragazze di coach Fabio Frignani che dopo mesi di grande sacrificio e con il secondo piazzamento nel girone Triveneto, vedono così sfumare le possibilità di promozione in serie A2, dopo la decisione degli organi federali di concludere tutti i campionati di basket senza retrocessioni, né promozioni. Decisione che lascia con l’amaro in bocca la squadra di patron Galasso, che al terzo anno nel campionato di serie B, è riuscita a ritagliarsi un posto tra le migliori squadre del girone, dimostrando sul campo una grande crescita a livello sia tecnico che societario. Decisione quella della FIP assolutamente comprensibile e condivisa dalla Rhodigium, e che nulla toglie al grandissimo lavoro di tutta la società ed ai risultati ottenuti della prima squadra rossoblù.
Conclusa quindi la stagione ufficiale, è arrivato il momento di tirar le somme insieme all’allenatore della Solmec Rhodigium Basket, coach Fabio Frignani.
Coach, innanzitutto come stai e come stai passando questi giorni di quarantena? «Per necessità lavorative devo allontanarmi da casa, ovviamente con tutte le precauzioni, ma la maggior parte delle mie giornate le trascorro a casa tra famiglia e call di lavoro».
Qual’è la tua opinione sulla decisione da parte della FIP di interrompere i campionati? «C’è dispiacere, ma come hanno già detto alcuni miei colleghi più blasonati, in questo momento la priorità assoluta è preservare la salute di tutti, dagli atleti agli addetti ai lavori e ai tifosi. Credo che la decisione di terminare i campionati fosse inevitabile, anche perché eravamo già in una fase inoltrata della stagione. Sicuramente dispiace, la pallacanestro è parte della nostra vita e ormai sono due mesi senza calcare il parquet. Speriamo che questo “sacrificio” possa essere utile per ripartire al più presto e più forti di prima».
La linea della Rhodigium è stata chiara fin da subito; a prescindere dalle indicazioni delle varie istituzioni, il direttivo ha deciso di sospendere da subito l’attività di tutte le sue squadre. «Credo fosse doveroso. Abbiamo una dirigenza molto presente e sempre in contatto con i vertici della FIP Veneto e nazionale; vantiamo inoltre tante persone competenti in ambito medico all’interno del direttivo che da subito anno scelta di interrompere l’attività sportiva per preservare la salute dei tesserati e delle loro famiglie. È stata una decisione sicuramente di cuore, ponderata e coscienziosa».
Ti sarebbe dispiaciuto di più perdere la promozione sul campo o ti dà più dispiacere vedere la promozione sfumare senza giocare? «Dieci anni fa avrei imprecato contro tutto e tutti. Oggi prendo la decisione della FIP con grande razionalità e non posso che condividere questa scelta. Mi spiace molto per tutti coloro che hanno lavorato nel corso di quest’anno per far crescere la società ed ottenere risultati importanti, in primis le quindici ragazze che hanno lavorato intensamente da agosto per raggiungere gli obiettivi di quest’anno e che oggi vedono vanificarsi i risultati di tutti i loro sforzi. Come ho già scritto in una lettera pubblicata sui social, avremmo lottato fino all’ultimo per portare la Rhodigium in serie A2, e ad essere onesto penso avessimo molte possibilità di riuscirci. La stagione anche senza promozione è storica per la società e per Rovigo, con la Rhodigium che è riuscita in soli tre anni di serie B a conquistare la poule promozione al secondo anno in categoria, e in questa stagione, se non ci fossero stati grandi stravolgimenti, avremmo ottenuto un posto alla lotta promozione. È stata un’annata positiva dalla quale ripartire la prossima stagione».
La sospensione è arrivata in un momento molto favorevole per la Rhodigium, in parte per la fila di risultati positivi e per il recupero di Ballarin, ed in parte altre squadre dirette avversarie alla promozione sembravano in difficoltà. «Si era una fase molto favorevole. Avremmo dovuto giocare con OMA Trieste, che obiettivamente è stata l’unica squadra che ha faticato nel girone, e sarebbe stata la prima partita quasi al completo con il rientro di Elisa. Mi dispiace di non aver avuto a disposizione anche Sara Manesco che sfortunatamente si è dovuta sottoporre ad un nuovo intervento al ginocchio. Quest’anno non abbiamo mai potuto apprezzare la vera Rhodigium, ma eravamo pronti e vogliosi di poter giocare con l’organico quasi al completo.
Effettivamente alcune delle nostre dirette rivali, avevano perso giocatrici con punti nelle mani, e potevamo arrivare alle sfide con Bolzano e Treviso, le più significative per noi, forti per il momento positivo che stavamo vivendo.
Mi spiace non aver potuto affrontare Treviso, perché si giocava in casa, avrebbe richiamato tanto pubblico, ed era una partita cardine per ipotecare l’accesso alla poule promozione. Avevamo anche qualche sassolino da toglierci dopo la partita “non giocata” all’andata. Anche la partita a Bolzano sarebbe stata interessante visto il match di alto livello dell’andata; mi sarebbe piaciuto provare a vincere dove ancora nessuno quest’anno era riuscito».
Poche sconfitte quest’anno, ma ognuna con un significato diverso. «Quella che fatico a mandar giù è sicuramente San Marco, perché la prima e maturata in un momento per noi difficile, nel quale abbiamo abbassato la guardia, e del quale mi prendo la responsabilità. È stata una sconfitta che ci ha messo in discussione e ha dato inizio ad un periodo di alti e bassi che poteva finire con Bolzano. Secondo me, avevamo preparato la partita meglio delle trentine, ma abbiamo peccato di inesperienza. Dovevamo uscire dalla sconfitta con Bolzano contenti per la prestazione messa in campo, ed invece abbiamo accusato il colpo ed arrivata anche la sconfitta a Treviso la settimana dopo. La peggior sconfitta è stata proprio con Treviso; non abbiamo giocato il nostro basket se non nel primo quarto.
Nell’ultima sconfitta in casa con Trieste abbiamo subito una giornata di grande individualità da parte di una delle loro giocatrici più promettenti, ma siamo riusciti a mantenere la differenza canestri. Quella partita ci è servita per tornare a lavorare più intensamente in palestra e da lì è iniziata una nostra striscia di vittorie».
Qualche sconfitta, ma la Rhodigium chiude seconda nel girone dietro solo a Bolzano. «Volevamo essere protagonisti e davanti a noi c’era solo Bolzano, una squadra di professioniste di esperienza, brave a mantenersi costanti per tutta la durata del campionato. Mi spiace aver perso qualche punto per strada perché sarebbe stato interessante giocarsi un eventuale primo posto a Bolzano».
Ad inizio anno la Rhodigium ha scelto di puntare su un connubio di giocatrici di esperienza come Stoppa, Ferri e Pegoraro, e di giocatrici più giovani, prodotte del vivaio rossoblu. «Con l’aiuto di Valentina, Lucia e Giulia siamo riusciti ad intraprende un percorso di crescita non solo per la squadra e le ragazze più giovani, ma anche per tutta la società. Con questo terzetto, veramente di lusso per la serie B, abbiamo potuto alzare il livello degli allenamenti ed andare più nel attaglio, anche nel corso delle partite. La politica adottata ad inizio anno è stata vincente perché ci ha permesso di arrivare a febbraio, nella fase calda del campionato, in ottime condizioni sia sul piano fisico che tecnico-tattico.
La forza di un gruppo è trovare ad ogni partita protagoniste diverse, al di là delle gerarchie. Era importante che tutto il gruppo si allenasse con costanza e dedizione. Le più giovani Vaccarini e Veronese hanno alzato incredibilmente il livello. Masarà, Malin e Cappellato si sono sempre fatte trovare pronte quando chiamate a dare il loro contributo e sono un grande esempio di rodiginità. Anche Zamboni per motivi lavorativi mi disse ad inizio anno di non potere dar il contributo alla squadra che avrebbe voluto, ma non è mai mancata quando avevamo bisogno, specialmente quando abbiamo avuto tante assenti a causa dell’influenza. Tanto lavoro anche da parte del reparto lunghe, quest’anno particolarmente affollato e competitivo; Furlani su tutte è cresciuta tantissimo. Grandi meriti vanno anche a Cognolato che è stata impiegata sia in quintetto che come primo cambio, e con grande maturità ha saputo adattarsi a questo nuovo ruolo».
Abbiamo parlato di Vaccarini e Veronese come le giovani del gruppo, ma avete già qualche Under16 aggregata alla prima squadra. «È il credo della Rhodigium, avere un settore giovanile solido che permetta un cambio generazionale nel corso dei prossimi anni. Le Under16 hanno fatto un grande percorso, al pari di squadre giovanili di società di serie A come Schio, San Martino e Venezia. Abbiamo quindi voluto intraprendere un percorso di inserimento graduale delle giovani più meritevoli, aggregandole alla prima squadra nell’allenamento prevalentemente tecnico del giovedì».
Sei un allenatore affermato a livello nazionale proprio in ambito giovanile; come valuti il settore giovanile Rhodigium? «Le giovanili Rhodigium stanno lavorando in modo quasi ottimale; dico quasi, perché non bisogna smettere di essere ambiziosi. Il settore giovanile ha avuto una crescita spaventosa, specialmente in quest’ultimo anno, grazie allo staff competente e preparato. Giulia (Pegoraro ndr) è riuscita nel giro di un paio di anni a costruire un settore giovanile e minibasket da società blasonata, e con l’aiuto di tutti gli altri allenatori si sta offrendo un servizio alla comunità di grande valore sociale.
Penso che i numeri siano alla luce di tutti ed inconfutabili, e penso che siano destinati a crescere».
Vuoi fare un saluto alle tue ragazze ed ai tifosi rossoblu? «Alle mie ragazze ribadisco ancora una volta quanto io sia orgoglioso di loro, del loro lavoro e dei loro sacrifici; a loro va il merito dei risultati ottenuti in questa stagione 2019-2020.
Ai tifosi dico quello che avrei voluto dire alla fine della nostra ultima partita insieme: ci sono le basi per fare qualcosa di importante, c’è la voglia di farlo e speriamo ci siano le condizioni dopo questa emergenza. Quando avremo occasione di tornare in campo, avremo bisogno di tutto il loro calore ed il loro sostegno per poter portare tutti insieme Rovigo in alto nel panorama cestistico.
Speriamo che questo momento finisca presto per tornare a vivere insieme la pallacanestro».