ROVIGO – È partita la grande mobilitazione della Coldiretti contro il cibo sintetico, con il via alla raccolta di firme su tutto il territorio nazionale per fermare una pericolosa deriva che mette a rischio il futuro dei nostri allevamenti e dell’intera filiera del cibo Made in Italy. L’obiettivo è promuovere una legge che vieti la produzione, l’uso e la commercializzazione del cibo sintetico in Italia, dalla carne prodotta in laboratorio al latte “senza mucche” fino al pesce senza mari, laghi e fiumi. Prodotti che potrebbero presto inondare il mercato europeo sulla spinta delle multinazionali e dei colossi dell’hi tech.
Già ad inizio 2023 potrebbero essere, infatti, introdotte a livello Ue le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione Ue, mentre entro il primo semestre 2023 negli Usa potrebbero entrare in commercio i primi prodotti sintetici.
Una pericolosa deriva degli alimenti creati in laboratorio iniziata con la finta carne della società americana Beyond Meat e sostenuta da importanti campagne di marketing che tendono a nascondere i colossali interessi commerciali e speculativi in ballo per esaltare invece il mito della maggior sostenibilità rispetto alle tradizionali attività di allevamento e pesca.
Gli investimenti nel campo del cibo sintetico stanno crescendo molto sostenuti da diversi protagonisti del settore hi tech e della nuova finanza mondiale, da Bill Gates (fondatore di Microsoft) ad Eric Schmidt (cofondatore di Google), da Peter Thiel (co-fondatore di PayPal) a Marc Andreessen (fondatore di Netscape), da Jerry Yang (co-fondatore di Yahoo!) a Vinod Khosla (Sun Microsystems). L’esempio più lampante è quello della carne artificiale dove solo nel 2020 sono stati investiti 366 milioni di dollari, con una crescita del 6000% in 5 anni
Per quanto riguarda la carne da laboratorio, la verità che non viene pubblicizzata è che non salva gli animali perché viene fabbricata sfruttando i feti delle mucche; non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali; non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare; non è accessibile a tutti poiché per farla serve un bioreattore; non è neppure carne ma un prodotto sintetico e ingegnerizzato.
Ma non c’è solo la bistecca in provetta. Infatti, la società Remilk vuole poi aprire una fabbrica chimica in Danimarca per la produzione di latte sintetico realizzato in laboratorio senza mucche. In Germania si lavora a bastoncini di sostanza ittica coltivati in vitro senza aver mai neppure visto il mare, mentre negli Usa si stanno specializzando anche sul sushi in provetta.
«Sono diverse le bugie che vengono raccontate per promuovere e sostenere il cibo in provetta – commenta il presidente di Coldiretti Rovigo, Carlo Salvan – ma quello che non viene detto è cosa viene nascosto: dietro tutto questo c’è una precisa strategia delle multinazionali che con abili operazioni di marketing puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione. Abbiamo deciso di intraprendere una battaglia contro questo cibo che noi definiamo Frankenstein, che mette in pericolo il nostro patrimonio agroalimentare che non ha eguali, quando invece abbiamo la dieta mediterranea che ci ha resi tra i popoli più longevi al mondo».
«La petizione – conclude Salvan – può essere sottoscritta negli uffici Coldiretti, nei mercati contadini di Campagna Amica e in tutti gli eventi promossi dall’associazione. Sul sito web di Coldiretti trovate tutti i nostri indirizzi e le news in tempo reale».