ROVIGO – «Non vorremmo che la provincia di Rovigo brillasse in tutto il Veneto per i sindaci accondiscendenti della sfrenata occupazione di pannelli solari su suolo agricolo. Mentre da varie parti arrivano testimonianze di forte contrarietà di amministrazioni comunali, proprio nel Polesine si registrano timidi dissensi nei confronti di iniziative che, sotto la maschera virtuosa dello sviluppo rinnovabile, nascondono progetti di scempio del territorio agricolo. Rovigo sta diventando una piana del ferro». Carlo Salvan si appella, oltre al buon senso degli amministratori, anche al principio di precauzione ricordando che Coldiretti Rovigo ha presentato formalmente, alla Regione Veneto, le osservazioni al progetto di impianto fotovoltaico a terra previsto a Occhiobello che sacrificherà altri 12 ettari di terreno agricolo. Peraltro, queste tipologie di impianto sono le più impattanti a livello ambientale e paesaggistico.
«Ironia della sorte a distanza da un mese esatto dal primo caso di Loreo siamo già alla terza ipotesi di installazione su terreno agricolo in Polesine: ci sembra un affronto sia al lavoro degli agricoltori che per la qualità di vita dei cittadini ormai circondati dall’assedio fotovoltaico». Carlo Salvan si interroga su questa concentrazione di interessi su Rovigo e avverte la politica regionale: approvate in fretta il Pdl numero 41 prima che il Veneto diventi la nuova terra promessa per società industriali che con la scusa dell’energia pulita sfruttano i campi fertili. «Come per Rovigo e Loreo, l’amara sorpresa: anche per Occhiobello il progetto prevede consumo di suolo agricolo. L’amministrazione di Occhiobello, ora, ha la responsabilità di decidere in materia urbanistica: vuole veramente convertire anche suddetto terreno da agricolo a produttivo per favorire queste speculazioni?».
Coldiretti ricorda che il territorio polesano è stato già ampiamente ferito da consumo del suolo, un’aggressione avvenuta senza lungimiranza con cementificazione eccessiva e cambi di destinazione d’uso di alcune aree poi mai utilizzate, senza contare i parchi fotovoltaici già costruiti. «Occhiobello e in particolare la frazione Santa Maria Maddalena, hanno già dato in termini di consumo di suolo – spiega Salvan – e proprio queste realtà potrebbero essere valorizzate con il fotovoltaico utilizzando tetti e aree già urbanizzate».
Coldiretti si appella nuovamente all’amministrazione: «Il progetto di Occhiobello è stato depositato da un’azienda inglese e ci chiediamo se abbia veramente a cuore il territorio o se la richiesta di suolo sia solo per fare business. Infine, considerato che il sindaco si è sempre dichiarata attenta e sensibile ai temi ambientali, chiediamo di essere vicina anche al tema del consumo del suolo».
«Coldiretti – commenta Salvan – a livello regionale sta monitorando la situazione, sta raccogliendo firme, ha ideato un concorso di disegno per le scuole, per sensibilizzare l’opinione pubblica su quanto sta accadendo e per spiegare che ci sono alternative valide a questi progetti».
«Siamo preoccupati – conclude infine il presidente di Coldiretti Rovigo – perché giacciono negli uffici regionali altri progetti che riguardano tutto il territorio regionale. Oltre 671 ettari sono già stati consumati per fare posto ai parchi solari su suolo agricolo e il rischio è che in attesa dell’approvazione del progetto di legge 41 depositato in Consiglio del Veneto, che individua le zone idonee agli impianti, siano molte altre le superfici interessate a questo scempio del territorio».