ROVIGO – Etichetta semaforo? No grazie! È notizia di questi giorni che la multinazionale Nestlé ha deciso di utilizzare entro il 2019 l’etichetta nutrizionale a “semaforo” nutriscore sui prodotti Nestlé nei Paesi europei. La Coldiretti sta lottando per la non applicazione dell’etichetta semaforo, i quali bollini multicolori boccerebbero ingiustamente gran parte delle eccellenze agro-alimentari italiane. Queste etichette vengono scelte perché reputate più immediate per sapere il contenuto in calorie, grassi, zuccheri e sale. I prodotti col semaforo rosso saranno da evitare, quelli col semaforo arancione da consumare con discreta moderazione, infine il semaforo verde indicherà gli alimenti ‘sani’.
«Si tratta – sostiene Ettore Prandini, presidente nazionale Coldiretti – di una decisione intempestiva e sbagliata che cerca di condizionare il dibattito in corso nell’Unione Europea per individuare un approccio armonizzato dopo il traffic light inglese e il nutriscore francese. Il sistema di etichettatura a semaforo è fuorviante, discriminatorio ed incompleto e – sottolinea Prandini – finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. Si rischia – precisa Prandini – di promuovere cibi spazzatura con edulcoranti al posto dello zucchero e di bocciare elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva considerato il simbolo della dieta mediterranea, ma anche specialità come il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano ed il prosciutto di Parma le cui semplici ricette non possono essere certo modificate».
«Questo tipo di approccio – sottolinea il presidente Carlo Salvan– spaccia dei cibi spazzatura come migliori e non tutela di certo il consumatore, lo inganna e lo influenza nei suoi comportamenti. Siamo stati qualche giorno fa a un convegno sulla dieta mediterranea organizzato da Coldiretti Veneto e ci sono studi scientifici che dimostrano la sua valenza, basti considerare che nel 2010 è diventata bene immateriale dell’umanità da parte dell’Unesco. Ci è stato detto che nella vita una persona introduce nel suo corpo 80 tonnellate di cibo; ci immaginiamo gli squilibri se mai un consumatore dovesse basare la sua dieta giornaliera sulle etichette a semaforo. È importante da parte nostra comunicare queste nozioni, perché cadere nei tranelli è sempre più facile, come trovare falsi Made in Italy sugli scaffali. Anche per fare la spesa serve molta attenzione e se permettiamo di approvare per tutti queste etichette oltre a mettere in difficoltà le vendite dei nostri prodotti agroalimentari, darà informazioni errate sulle loro proprietà e i loro benefici, sulla salubrità e bontà dei nostri prodotti italiani».