Chioggia (VE) – La pesca al centro del lavoro di Coldiretti quanto l’agricoltura. Un settore che non è solo economia, ma territorio, qualità del cibo, protezione degli ambienti marini, lagunari e fluviali. Coldiretti Veneto e Impresa Pesca hanno riunito i pescatori venerdì 24 marzo a Chioggia all’auditorium dell’hotel Airone al convegno “Tutela del patrimonio ittico, politiche e strategie” alla presenza del presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini.
In platea tantissimi soci pescatori di Rovigo e Venezia, attorno a loro i consiglieri regionali Fabiano Barbisan, Marco Dolfin, Enoch Soranzo, Lucas Pavanetto con il delegato del Sindaco di Venezia il Consigliere Alessandro Scarpa. Dopo i saluti del sindaco di Chioggia Mauro Armelao, ha relazionato il direttore regionale Marina Montedoro che ha fornito i dati generali del settore sottolineando anche la sostenibilità di queste imprese che risponde alle sfide future in merito alla sostenibilità ambientale.
La filiera contribuisce a raggiungere 11 dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite: solo la molluschicoltura consente un risparmio di CO2 di 8.334 tonnellate pari alle emissioni annuali di 6.0395 autovetture.
Ha aperto i lavori Alessandro Faccioli con una relazione puntuale dei problemi, ma anche i numeri e le eccellenze del settore. Il Veneto è la regione dei primati anche nel settore della pesca e dell’acquacoltura: prima a livello nazionale per le imprese che operano nel settore, terza per produzione ittica e al settimo posto per numero di pescherecci che compongono la flotta regionale. La pesca regionale, fatta di flotte, ma anche di microimprese, rappresenta il 25% delle imprese italiane che fatturano circa 160 mld di euro con oltre 45 mila tonnellate di pescato. Una realtà strategica per il tessuto economico regionale e che è stata presentata durante l’incontro.
È stata anche l’occasione per presentare la neoeletta presidente provinciale di Coldiretti Venezia Tiziana Favaretto; ha preso la parola poi il presidente provinciale di Rovigo, anche vice regionale, Carlo Salvan. «Le istituzioni sono chiamate a dare risposte – ha spiegato Salvan – ci sono diverse criticità dal caro prezzi delle materie, primo tra tutti il gasolio, e per quanto riguarda la molluschicoltura in particolare è necessario rivedere la gestione delle lagune, come la loro vivificazione e capire come affrontare il nuovo problema della siccità che lede agli equilibri tra acqua dolce e salata soffocando i mitili e rendendo gli ambienti poco salubri. Abbiamo dei primati che vorremmo mantenere, ricordiamo sempre che ogni spazio lasciato vuoto dal nostro pesce viene preso da quello estero di cui sappiamo sempre troppo poco».
«Un comparto eroico e con numeri rilevanti – ha riferito l’Assessore regionale a Territorio Cultura Sicurezza Flussi migratori Caccia e Pesca del Veneto Cristiano Corazzari – ma anche un settore complesso per cui dobbiamo affrontare diversi problemi. È un comparto che ha un legame profondo con le comunità, parlare di pesca non è un mestiere qualsiasi ma identità, storia e tradizioni. La voce dei pescatori che sia rappresentata correttamente come fa Coldiretti. I nostri pescatori lavorano anche per il futuro per il patrimonio del territorio, perché rimanga pescoso, in salute e in equilibrio, una positività complessiva che si traduce nelle nostre tavole». Corazzari ha annunciato che prima di Pasqua la Regione aprirà un nuovo bando di circa 1,5 milioni di euro. Chiamata in causa per il suo incarico l’intervento della Deputata al Parlamento Europeo coordinatrice in Commissione Pesca a Bruxelles Rosanna Conte ha dichiarato che l’Unione Europea dovrebbe prendere esempio dal Veneto. «Serve un piano straordinario che preveda anche una modifica radicale delle politiche europee, meno burocrazia, più semplificazioni a supporto dell’attività svolta e delle condizioni di lavoro dei pescatori. Per ottenere risultati occorre non solo diplomazia anche confronto e decisioni forti. In questo senso ha garantito il suo impegno ai tavoli internazionali per la tutela del sistema marino attraverso un mestiere nobile come è quello della pesca».
Il presidente Prandini ha chiuso il convegno sottolineato quanto sia necessario pretendere le reciprocità, una battaglia di Coldiretti che anche l’Europa deve prendere in considerazione. «Coltivare il mare in maniera sostenibile, riconoscendo ai pescatori un ruolo da protagonisti nella fase di transizione ecologica – ha spiegato il presidente nazionale – Valorizzare le loro competenze per quanto riguarda le opere infrastrutturali in mare. Una presenza che è presidio ambientale nell’intercettare gli effetti scatenati dai cambiamenti climatici che vanno dalla presenza di specie aliene all’infiltrazione del cuneo salino. Per tutelare questo patrimonio fortemente identitario in Veneto come in Italia, non servono politiche a senso unico né vincoli che precludono occupazione e sviluppo. Occorre cambiare rotta in termini di attenzione verso un settore che genera valore». Prandini ha ricordato anche la battaglia contro il cibo sintetico, che non sta risparmiando la filiera della pesca perché la ricerca sta procedendo anche alla creazione di pesce non naturale.