ROVIGO – Sono due fine settimana che il Polesine deve fare i conti con gli acquazzoni, ma per l’agricoltura polesana spaventa molto di più il calo di temperature e il forte vento che si è abbattuto domenica. La settimana prima di Pasqua si era arrivati a quasi 23 gradi, nel giro di dieci giorni le medie sono scese di più di 10 gradi.
La pioggia tanto attesa durante l’inverno è arrivata, invece, in primavera. Le precipitazioni sono importanti in questa fase per ripristinare le scorte di neve e acqua sulle montagne, negli invasi, nei laghi, nei fiumi e nei terreni, per lo sviluppo primaverile delle coltivazioni. L’acqua, infatti, aiuta le semine primaverili di granoturco, soia, girasole, barbabietole, riso o pomodoro, anche se per queste orticole le precipitazioni creano problemi nei trapianti in corso. Ma a far preoccupare le colture polesane sono i continui sbalzi termici che stanno interessando tutta la zona, oltre al vento fortissimo che ha fatto cadere quantità di frutti appena nati, soprattutto le ciliegie, una coltura che in questo momento stava per crescere e che aspettavamo il prossimo mese sulle nostre tavole.
«L’abbiamo aspettata tanto questa pioggia e fino a ora non abbiamo avuto problemi come accaduto in altre parte d’Italia – afferma Carlo Salvan, presidente di Coldiretti Rovigo – queste condizioni meteo così instabili mettono però a dura prova i nostri agricoltori, soprattutto di frutta e ortaggi, con piante in fioritura o allegagione sottoposte a forti stress che sicuramente non aiutano una buona produzione. Inoltre, qualche criticità si riscontrerà anche sui cereali autunno-vernini sia per l’allettamento, a causa del forte vento, oltre che per lo stress termico subito dall’orzo in fase di fioritura. Siamo a maggio e sembra ripiombato l’inverno e c’è da temere davvero che questo si ripercuoterà nei prossimi mesi sulle produzioni in generali, oltre che sui prezzi e soprattutto sulla redditività delle aziende».