Lendinara (RO) – Dopo domenica scorsa, anche domani, a Lendinara in occasione della Fiera di San Marco, Coldiretti prosegue nella raccolta firme contro il cibo sintetico. «Dall’autunno scorso abbiamo raccolto 500 mila firme in tutta Italia – spiega Carlo Salvan presidente di Coldiretti Rovigo – e a marzo il ministro Lollobrigida ha presentato il disegno di legge che vieta la produzione, la commercializzazione e l’uso di cibo artificiale che dovrà ora essere discusso e poi approvato dal Parlamento. Ricordiamo che questa petizione è stata sostenuta in modo bipartisan da esponenti politici ed amministrazioni di schieramenti diversi, segno che di fronte ad argomenti importanti come la salute dei cittadini non è il colore che conta».
«È stata proprio Coldiretti, per prima, ad accendere i riflettori su un business in mano a pochi ricchi e influenti nel mondo che fino ad ora era tenuto nascosto – prosegue Salvan – Coldiretti sta portando avanti una raccolta firme e allo stesso tempo propone alle amministrazioni pubbliche l’approvazione di una delibera che inviti il Governo ad accelerare per avere l’approvazione della legge recante disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici. Il Comune di Lendinara ha già approvato la delibera che esprime il sostegno a tutte le iniziative, anche comunicazionali, volte a sensibilizzare i cittadini su questa deriva in materia di alimentazione».
Gli alimenti creati in laboratorio sono iniziati con la finta carne, sostenuta da importanti campagne di marketing che tendono a nascondere i colossali interessi commerciali e speculativi in ballo per esaltare invece il mito della maggior sostenibilità rispetto alle tradizionali attività agricole. L’attenzione, nel frattempo, si è allargata a latte e pesce. In fatto di sostenibilità, ma anche di consumi, ci sono diversi miti da sfatare, spiegati bene nel documento che accompagna la raccolta firme.
Inoltre, Fao e Organizzazione mondiale della sanità, in un recente paper, hanno individuato i potenziali pericoli derivanti dalla produzione di cibo a base cellulare. Innanzitutto, nel documento si fa chiarezza sull’uso improprio del termine carne coltivata con il rischio oggettivo che i cittadini cadano in un inganno poiché in realtà quella ottenuta in laboratorio non è carne e non è coltivata.
«Il rapporto mette in luce la necessità di fare più valutazioni sulla sicurezza alimentare e gli effetti negativi sulla salute del consumatore – sottolinea Salvan – Inoltre, il documento evidenzia altri aspetti da approfondire come le questioni etiche, le considerazioni ambientali, la preferenza/accettazione dei consumatori, gli aspetti nutrizionali, i costi di produzione, i prezzi dei prodotti finali e i requisiti normativi come i meccanismi di approvazione e le regole di etichettatura».
«Noi riteniamo – conclude Salvan – di non avere bisogno di questo tipo di alimenti, ma di una distribuzione del cibo più equa, della valorizzazione della dieta mediterranea e di uno stile alimentare che è anche sociale come quello italiano che per qualità e tipicità è primo al mondo e che ora si trova sotto attacco di chi vuole impadronirsi anche del controllo della produzione e distribuzione alimentare».
Chi fosse interessato, può firmare in tutti gli uffici Coldiretti e nei mercati di Campagna Amica.