Classe 1985, titolare dell’azienda agricola biologica Quirina, Carlo Salvan è stato eletto oggi vicepresidente regionale di Coldiretti Veneto. Affiancherà il presidente regionale Daniele Salvagno nel ruolo di rappresentanza degli interessi delle aziende associate a Coldiretti. L’incarico è stato votato all’unanimità da tutti i dirigenti dell’associazione riunitisi stamattina in consiglio per un confronto sulla situazione di crisi provocata dall’emergenza sanitaria che ha investito l’agroalimentare veneto.
Salvan ha ringraziato tutti per la fiducia espressa con il voto unanime. «Metterò tutto il mio impegno personale in questo nuovo ruolo – ha detto il presidente polesano, ora vicepresidente regionale – a maggior ragione ora che stiamo attraversando questo momento particolare per tutti. Come detto durante il consiglio, i nostri soci hanno bisogno di risposte su diversi temi, dalla liquidità alla manodopera, passando per le perdite che non hanno risparmiato nessun settore dal florovivaismo alla pesca, come per il vino e il latte, ma pensiamo anche allo stop forzato di agriturismi e fattorie didattiche. Sono tutti pronti a riaprire e ripartire immediatamente: aspettano solo la chiamata ufficiale».
«L’incarico arrivato stamattina – ha proseguito Salvan – mi rende orgoglioso, ma da imprenditore agricolo so cosa significano tutte le mancate risposte economiche che abbiamo dovuto affrontare in questi mesi. Non nascondo la mia preoccupazione, ma come ho sempre fatto e continuerò a fare, sia a livello provinciale che regionale, cercherò di portare la mia esperienza acquisita in Polesine a favore di questo nuovo incarico, cercando allo stesso tempo di imparare a conoscere tutta la ricchezza e la varietà di comparti economici che sono presenti in questa Regione a livello agricolo».
«Le sofferenze e le difficoltà portate da questa pandemia – ha concluso Salvan – hanno toccato tutti. Il blocco dei mercati non ha escluso nessuno, ma ha particolarmente colpito alcuni. A fianco del presidente e di tutto il consiglio regionale lavoreremo per trainare la nostra agricoltura fuori da questo periodo, perché siamo custodi di tantissimi valori e di una qualità che tutti ci invidiano».