ROVIGO – Il legame tra Comune e Accademia dei Concordi si rinnova e si rinsalda. È stato siglato giovedì 17 ottobre all’interno della sala Mappe del prestigioso ente culturale, l’Accordo interpretativo tra le due istituzioni.
Un nuovo segno d’intesa, come ha sottolineato il presidente dell’Accademia Giovanni Boniolo, tra i due enti cittadini, uniti non solo a livello giuridico, attraverso il contratto Gnocchi del 1836 che designò da allora la comproprietà delle collezioni, ma anche a livello culturale.
La firma stabilisce che la quota destinata all’Accademia da parte del Comune, verrà inserita in Bilancio. «Si suggella – ha detto Boniolo – una rinnovata armonia».
«Un passaggio tecnico – ha commentato il sindaco Edoardo Gaffeo – che ha una valenza di natura strategica fondamentale. È stato chiarito dal punto di vista normativo, l’interpretazione di un rapporto che risale a tanti anni fa e questo consentirà di lavorare nella massima serenità, per riuscire a mettere in campo una serie di progettualità importanti tra Amministrazione Comunale e Accademia. Progettualità che riguardano sicuramente la gestione dell’immenso e straordinario patrimonio comune che questi due enti condividono, ma anche iniziative su cui stiamo lavorando».
Pienamente d’accordo il vice sindaco e assessore alla Cultura Roberto Tovo. «La sigla dell’accordo interpretativo sulla gestione della comproprietà è in realtà il primo passo della condivisione di una progettualità in ambito culturale ed è il riconoscimento reciproco dei rispettivi ruoli».
Soddisfazione anche da Diego Crivellari, vice presidente del Cda dell’Accademia.
A sancire la collaborazione tra le parti, è stato presentato un dipinto della Quadreria accademico-comunale, che verrà rilocato presso la sede del Comune. L’opera scelta, il Ritratto del doge Alvise Pisani di Bartolomeo Nazzari, è particolarmente significativa, come ha spiegato il vice presidente dell’Accademia Pier Luigi Bagatin, la cui rappresentazione si giustifica col fatto che fu il doge Alvise Pisani ad interessarsi affinché il Senato della Serenissima approvasse l’ordinamento della Concordiana stessa, di cui il doge divenne in seguito il prorettore.